Papa Francesco: ai sindaci italiani, “disarmare le tensioni tra le differenze culturali e sociali”. “Rimanete vicini alla gente”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Tra le mura domestiche si vivono tanti conflitti, c’è bisogno di serenità e di pace. E siamo certi che la buona qualità delle relazioni è la vera sicurezza sociale in una città. Per questo c’è un compito storico che coinvolge tutti: creare un tessuto comune di valori che porti a disarmare le tensioni tra le differenze culturali e sociali”. Lo ha affermato questa mattina Papa Francesco ricevendo in udienza l’Associazione nazionale Comuni d’Italia (Anci).
“La stessa politica di cui siete protagonisti può essere una palestra di dialogo tra culture, prima ancora che contrattazione tra schieramenti diversi”, ha proseguito Francesco, ribadendo che “la pace non è assenza di conflitto, ma la capacità di farlo evolvere verso una forma nuova di incontro e di convivenza con l’altro”. Il Papa ha ripetuto anche in questa occasione che “il conflitto è pericoloso se rimane chiuso in sé stesso. Non dobbiamo confondere la crisi con il conflitto. Per esempio, la pandemia ci ha messo in crisi, questo è buono. La crisi è buona, perché la crisi ti fa risolvere e fare passi avanti. Ma la cosa cattiva è quando la crisi si trasforma in conflitto e il conflitto è chiuso, il conflitto è guerra, il conflitto è difficile che trovi una soluzione che vada più avanti. Crisi sì, conflitto no”. “Fuggire dai conflitti ma vivere in crisi”, l’esortazione di Francesco, per il quale “la pace sociale è frutto della capacità di mettere in comune vocazioni, competenze, risorse”. Per questo, “è fondamentale favorire l’intraprendenza e la creatività delle persone, in modo che possano tessere relazioni significative all’interno dei quartieri. Tante piccole responsabilità sono la premessa di una pacificazione concreta e che si costruisce quotidianamente”. Francesco ha voluto anche ricordare “il principio di sussidiarietà, che dà valore agli enti intermedi e non mortifica la libera iniziativa personale”. “Vi incoraggio – ha concluso il Papa – a rimanere vicini alla gente. Perché una tentazione di fronte alle responsabilità è quella di fuggire. Isolarsi, fuggire… Isolarsi è un modo di fuggire. San Giovanni Crisostomo, vescovo e padre della Chiesa, pensando proprio a questa tentazione, esortava a spendersi per gli altri, piuttosto che restare sulle montagne a guardarli con indifferenza. Spendersi. È un insegnamento da custodire, soprattutto quando rischiamo di farci prendere dallo scoraggiamento e dalla delusione”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori