Minori: Save the Children, “generazione sospesa” nel limbo del Covid. “Pericoli per salute e crescita”

“Stendere le braccia per tenersi alla giusta distanza dagli altri, filtrare le lezioni attraverso lo schermo del Pc o del cellulare, non condividere con i compagni di scuola una gita e, spesso, nemmeno il tempo dell’intervallo. Imparare a leggere e a scrivere con la mascherina, decifrando suoni attutiti. Subire il grave impoverimento relazionale durante il loro percorso di crescita, che rischia di tradursi in un drastico aumento di disturbi psico-fisici per i più giovani”. Lo si legge in un ampio documento diffuso oggi da Save the Children. “Sono 734mila i bambini nati in Italia in epoca Covid. 876mila coloro che frequentavano già la scuola dell’infanzia e che a causa della pandemia hanno vissuto quest’esperienza in maniera frammentata e discontinua. 1 milione e mezzo di alunni di primaria, 1 milione e 600mila studenti al primo anno delle medie e 1 milione e 707mila adolescenti all’ingresso delle superiori, hanno iniziato i nuovi cicli di studio affrontando maggiori difficoltà di ambientamento e costruzione delle relazioni con i nuovi insegnanti e compagni”. Sono, afferma Save the Children, la “generazione sospesa” nel limbo del Covid, “una generazione di bambine, bambini e adolescenti che, in un silenzio assordante, ha fatto negli ultimi 2 anni ciò che l’essere umano sa fare meglio: adattarsi”.
Così, “all’avvio del terzo anno di pandemia in Italia, si delinea chiaramente come l’emergenza stia incidendo sulle fondamentali fasi di crescita e sviluppo dei bambini. Il crollo degli apprendimenti – certificato dai dati Invalsi – è solo una delle facce del problema, che riguarda fortemente anche la sfera emotiva e relazionale”.
“La perdita di relazioni con i pari, la sovra-esposizione alla rete internet, la riduzione dell’attività fisica hanno pesato ancor più gravemente sui bambini che hanno vissuto, con le loro famiglie, un drammatico impoverimento economico. In un solo anno, infatti, la povertà minorile è aumentata di 200mila unità, arrivando a colpire più di 1milione 300mila bambini”.
“Per un adolescente, il deficit di relazioni sociali è altrettanto, se non più grave, della perdita di apprendimento prodotta dalla pandemia – dichiara Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia Europa di Save the Children –. Così come giustamente ci interroghiamo su come rafforzare l’offerta formativa per superare il gap di conoscenze che si è prodotto in questo periodo, allo stesso modo dobbiamo prendere urgenti provvedimenti per colmare il deficit di socialità che sta colpendo la crescita dei ragazzi, con conseguenze talvolta drammatiche”.

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