Bielorussia: vescovi locali su riapertura della “Chiesa rossa” di Minsk, “siamo in attesa e in preghiera”

(Foto: Catholic.by)

“In attesa” che le autorità competenti prendano presto una decisione e “in preghiera” perché la parrocchia San Simone e Sant’Elena a Minsk, meglio conosciuta come “Chiesa rossa”, possa al più presto riaprirsi di nuovo ai fedeli. Raggiunto telefonicamente dal Sir è mons. Yuriy Kasabutsky, vicario generale dell’arcidiocesi di Minsk-Mogilev, a spiegare lo “spirito” con cui la chiesa locale sta lavorando proprio in questi giorni per poter “risolvere” la situazione della “Chiesa rossa” di Minsk. Tra l’altro, proprio oggi pomeriggio, 13 ottobre, alle 18.30 (ore locali), il vicario generale presiederà una Santa Messa per il 175° anniversario della nascita del Servo di Dio Edward Vainilovich, che è stato il fondatore della Chiesa di San Simone e Sant’Elena. Essendo però la chiesa chiusa, la messa sarà celebrata nella cattedrale di Minsk, con due speciali intenzioni di preghiera: per il Servo di Dio perché venga presto beatificato e per la “restituzione alla vita religiosa della Chiesa rossa da lui fondata”. Sulla questione, è in atto un dialogo con le autorità locali competenti e la chiesa non

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farà alcun passo che possa danneggiarlo con il rischio di peggiorare ulteriormente la situazione. Tra l’altro, l’edificio non è di proprietà della Chiesa. Il 26 settembre scorso, in circostanze poco chiare, era scoppiato un piccolo incendio nella chiesa. Da allora l’edificio è stato chiuso dalle autorità e i fedeli della comunità non hanno più accesso alla chiesa. La parrocchia ha così inviato una lettera al CUP/Minsk Heritage, che è il proprietario dell’edificio. La lettera, firmata dal parroco, il reverendo Vladislav Zavalniuk, rileva che la parrocchia ha rispettato tutte le disposizioni dell’accordo e rispetta la preoccupazione del CUP/Minsk Heritage per la sicurezza delle persone e dell’immobile. La lettera rileva anche la necessità di determinare l’entità dei danni arrecati. La parrocchia ha anche inviato una richiesta al Comitato investigativo della Repubblica di Bielorussia perché fornisca le informazioni sui risultati delle indagini condotte. Sembra cioè che la rottura di una finestra e il successivo incendio in una piccola area vicino al luogo del danno, siano “il risultato di azioni illegali di persone non identificate”. La comunità parrocchiale ha poi inviato una lettera aperta al presidente della Repubblica di Bielorussia, Alexander Lukashenko, sottolineando che “un incendio avvenuto in una stanza isolata non può e non deve portare alla cessazione d’uso dell’intera struttura”. I parrocchiani richiamano l’attenzione del presidente Lukashenko sul fatto che, “contrariamente alle disposizioni di legge”, sono “ancora privati ​​dell’accesso alla chiesa”. L’auspicio è che “in un approccio legale e civile” e in accordo con gli specialisti del CUP/Minsk Heritage, si possa prendere presto la decisione di continuare i servizi nella chiesa ed arrivare ad un pronto ripristino delle attività della comunità religiosa”. Il 7 ottobre scorso c’è stato, a Minsk, un incontro del nunzio apostolico in Bielorussia, mons. Ante Jozic, e del metropolita di Minsk- Mogilev, mons. Yusof Stanevsky, con il commissario di Governo Alexander Rumak durante il quale sono state discusse le questioni attuali della vita dell’arcidiocesi, inclusa la situazione con la Chiesa di San Simone e Sant’Elena a Minsk (la Chiesa rossa).

 

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