Diocesi: Caritas Trivento ai sindaci, “proseguire con tenacia nella lotta per la difesa di questa terra”

Una lettera a sindaci e consiglieri dei quaranta comuni della diocesi di Trivento, all’inizio del nuovo anno, per un appello a un “impegno più proficuo e intenso”. La scrive don Alberto Conti, direttore della Caritas diocesana di Trivento, sottolineando quanto “sia essenziale la vostra funzione civile e morale in un tempo tanto difficile come l’attuale, segnato non solo dalla grave crisi pandemica, ma anche dallo spaventoso spopolamento dei nostri paesi, che porta con sé un impoverimento delle relazioni umane e la frantumazione di quella sana e ‘contagiosa’ solidarietà che un tempo era l’orgoglio e la forza trainante della vita delle nostre comunità”.
Ricordando che l’ultimo Quaderno della Solidarietà della Caritas di Trivento, intitolato “Riparatore di brecce, restauratore di strade”, “torna a evidenziare la deriva inarrestabile del declino demografico e, nello stesso tempo, ci rivela le speranze e le paure che albergano confusamente all’interno della nostra gente e soprattutto nelle generazioni più giovani”, il direttore della Caritas evidenzia che il vescovo Claudio Palumbo, nella prefazione al volume, scrive che questo è il tempo perché “ci sia per il nostro territorio una nuova stagione di rinnovamento, costellata non dai soliti grigi campanilismi, ma tutta fruttuosamente ricca di fraterna collaborazione ed integrazione”.
“Queste parole profetiche – commenta don Conti – mi inducono a chiedere a voi, che avete il gravoso compito di guidarci lungo le strade della giustizia sociale, alcune cose per aiutarci a proseguire con tenacia nella lotta per la difesa di questa terra e per ritrovare la gioia, la serenità di continuare a vivere guardando al domani con la certezza che le luci delle nostre case, oggi per la maggior parte spente, si accenderanno nuovamente riportando la vita lungo le strade dei nostri paesi”.
Richiamando anche il messaggio di Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale della pace, il sacerdote invita ad accogliere queste “parole feconde” in modo da “aiutarci a portare dentro i nostri cuori la ‘speranza di una rinascita dalle macerie della storia, l’inizio di un futuro luminoso'”.

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