Sinodo: card. Grech, “addetti ai lavori non si sostituiscano al popolo di Dio. Porsi in vero ascolto”

Il soggetto della consultazione è “il popolo di Dio. Di tutto il popolo di Dio, nessuno escluso. La formula linguistica che esprime bene questo soggetto è quella di universitas fidelium, ‘la totalità dei battezzati’”. Lo ha detto ieri il card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, aprendo il Seminario sulla sinodalità del Gruppo Iberoamericano di teologia, che si svolge fino al 10 settembre a Caracas e in modalità virtuale, con la collaborazione dell’Episcopato venezuelano, del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) e della Confederazione americana dei religiosi e delle religiose (Clar). Un contributo giunto a distanza di poche ore dalla presentazione del “Documento preparatorio” e del “Vademecum per il Sinodo sulla sinodalità”, elaborati dalla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi per l’animazione della prima fase dell’itinerario sinodale in vista della celebrazione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. La gioia per il documento e la sua impostazione è stata espressa, introducendo l’ospite, dal teologo Rafael Luciani, uno dei coordinatori del seminario.
“Purtroppo – ha affermato il card. Grech – bisogna ammettere che in passato anche i sinodi hanno patito di questa impostazione: i ‘lineamenta’ erano documenti che entravano nel merito della questione, non limitandosi, come è intenzione del Documento preparatorio per il prossimo Sinodo, a fissare la domanda perché il popolo di Dio si possa veramente esprimere e disporsi ad ascoltare ciò che lo Spirito dice alla Chiesa proprio attraverso il Popolo di Dio”. Una tentazione “a cui gli ‘addetti ai lavori’ non sempre riescono a sfuggire è quella di sostituirsi al popolo di Dio e parlare a nome suo, presumendo già di sapere tutto e pretendendo di offrire la soluzione, senza dover passare per la fatica dell’ascolto. Quante assemblee diocesane o nazionali o continentali, quanti piani pastorali sono falliti perché le conclusioni erano già scritte a priori!”.
La riscoperta del Popolo di Dio come soggetto attivo della vita e della missione della Chiesa, proposta dal Vaticano II, ha proseguito il porporato, “si accompagna alla riscoperta, da parte dello stesso Concilio, della dimensione pneumatologica della Chiesa. Porsi in ascolto del popolo di Dio è veramente porsi in ascolto di ciò che lo Spirito dice alla Chiesa. Dipende da questa riscoperta la scelta di ‘consultare il popolo di Dio’: se non avessimo la certezza che lo Spirito parla la Chiesa – e lo fa in forza dell’unzione data nel battesimo – la consultazione si ridurrebbe a un sondaggio demoscopico, con tutti i rischi di manipolazione dell’opinione pubblica, tipico dei sistemi politici fondati sulla rappresentanza. Dallo Spirito dipende la ‘conspiratio’, cioè l’accordo nella fede di tutto il popolo di Dio, che abbiamo voluto mettere in evidenza nel Documento preparatorio”.

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