Diocesi: mons. Renna (Cerignola), “dai pastori della Chiesa non può venire l’indicazione per un voto, ma ‘luce e forza spirituale’ sui valori”

Come alla festa di nozze di Cana, “anche noi, in questo tempo” di pandemia, “ci accorgiamo che ci manca ciò che ci fa intravedere un futuro sereno; anche la nostra umanità cerca nuove soluzioni per una vita pacifica e dignitosa per tutti”. Lo ha detto, stamattina, mons. Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, nell’omelia del pontificale in onore di Maria SS.ma di Ripalta.
Facendo riferimento alle prossime elezioni amministrative, il presule ha evidenziato: “Dai pastori della Chiesa non può venire l’indicazione per un voto, ma ‘luce e forza spirituale’ sui valori. Già questo nella nostra diocesi si è cercato di metterlo in atto negli ultimi anni, con l’istituzione di una scuola di formazione all’impegno socio-politico, che ovviamente non è stata una scuola di partito; con la celebrazione delle Settimane sociali diocesane, su temi svariati che sono andati dalla cultura della legalità alla tutela dell’ambiente; con l’importanza data ad alcune Giornate nelle quali si prega, si vive la solidarietà, si medita su un messaggio di natura sociale: sono le giornate dei migranti, quella della salvaguardia del creato, quella dei poveri”.
E, “poiché le lezioni vanno accompagnate dagli esempi, quanta carità nelle parrocchie, nel volontariato, in luoghi ormai divenuti punti di riferimento per gli immigrati, per i senza fissa dimora, per i ragazzi che rischiano l’evasione scolastica! E cosa dire dell’ospitalità data dai salesiani per mesi nell’oratorio, per far sì che tutta la città e anche le città vicine potessero accedere ai vaccini, con una grande disponibilità di dirigenti della Asl e medici? Quanti sforzi per formare le coscienze ad essere Chiesa che accompagna la vita, sostiene la speranza, è segno di unità”, ha osservato mons. Renna, per il quale “formare le coscienze è lavoro più duro e più diuturno che pensare a un programma di partito. Per questo, sento di dire in questo momento a coloro che sono candidati: non rinunciate quando porterete a casa il risultato elettorale, qualunque esso sia, ad essere uomini e donne della polis; non siatelo solo nell’arco di quaranta giorni di campagna elettorale, ma d’ora in poi, sempre. Se non farete questo, rischierete di essere degli improvvisatori di uno spettacolo, non degli interpreti che entrano in un ruolo così delicato”.
È importante, secondo il vescovo, che un cristiano, che milita in un partito, non rinunci “ai suoi valori di credente”; sappia “essere critico quando essi sono disattesi”; sappia “prendere le distanze davanti a scelte discutibili” e “cercare di orientare il tutto al bene comune”. “È un compito grande – ha osservato – che richiede una coscienza sempre attenta e premurosa verso il bene. Questo compito è particolarmente gravoso nel nostro tempo e nel nostro territorio, vessato dai tentativi della mafia di ‘riciclare’ il suo denaro nelle attività economiche di ogni tipo”.

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