Afghanistan: Wfp, “anche classe media senza cibo e lavoro, conseguenze catastrofiche”

La perdita di posti di lavoro, la mancanza di contante e gli aumenti dei prezzi stanno creando una nuova classe di affamati in Afghanistan. È l’allarme lanciato oggi dall’agenzia Onu World food programme (Wfp). Per la prima volta, chi vive nelle città soffre l’insicurezza alimentare a livelli simili a quelli delle comunità rurali, devastate da due siccità negli ultimi tre anni. Secondo una recente indagine del Wfp, solo il 5% delle famiglie in Afghanistan dispone di cibo sufficiente ogni giorno, mentre la metà di quelle intervistate ha riferito di aver esaurito il cibo a disposizione almeno una volta nelle ultime due settimane. “La caduta libera dell’economia in Afghanistan è stata improvvisa e continua, e si aggiunge a una situazione già difficile, con il Paese alle prese con la seconda grave siccità negli ultimi tre anni. Stiamo facendo tutto il possibile per sostenere le comunità afghane in questo momento critico”, ha detto Mary-Ellen McGroarty, direttrice e rappresentante Wfp in Afghanistan. Anche la classe media fa fatica, solo il 10% delle famiglie con il capofamiglia che ha un’istruzione superiore o universitaria è riuscita a comprare ogni giorno cibo sufficiente per le proprie famiglie. Sebbene la situazione sia peggiore per chi ha livelli di istruzione più bassi, la prevalenza senza precedenti della fame tra le famiglie che prima non soffrivano la piaga della fame è indicazione della profonda crisi che gli afghani si trovano davanti. “L’Afghanistan è sull’orlo del collasso economico – denuncia il Wfp –, causato da un rapida revoca degli aiuti internazionali, insieme all’impossibilità di accedere a beni all’estero”. Il Wfp ha fornito assistenza alimentare a 6,4 milioni di persone quest’anno, compresi oltre 1,4 milioni di persone dalla conquista del potere da parte dei talebani il 15 agosto e sta lottando contro il tempo per fornire assistenza alimentare e nutrizionale salvavita alle famiglie afgane più vulnerabili. “Abbiamo bisogno di 200 milioni di dollari per comprare e preposizionare cibo prima dell’arrivo dell’inverno. Se perdiamo questa finestra di opportunità, le conseguenze saranno catastrofiche”, è l’allarme lanciato da McGroarty.

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