Germania: vescovi tedeschi, “non dimenticare l’Afghanistan”. Difficile ruolo per Misereor e Caritas

I vescovi tedeschi hanno chiesto ulteriori aiuti umanitari per l’Afghanistan. “Dobbiamo parlare con i talebani per continuare e moltiplicare gli aiuti”, ha detto martedì a Fulda il capo della Commissione episcopale per la Chiesa mondiale, l’arcivescovo Ludwig Schick, nell’ambito della assemblea plenaria dei vescovi tedeschi. “Una carestia minaccia la popolazione, non dobbiamo essere indifferenti”. Ora è importante sondare nuove possibilità di aiuto, soprattutto per le donne, insistono i vescovi. Secondo la Conferenza episcopale tedesca (Dbk), le due organizzazioni umanitarie ecclesiastiche Misereor e Caritas International sono ancora attive in Afghanistan. “Tuttavia molti progetti in corso non possono essere gestiti al momento perché tutti i dipendenti tedeschi hanno lasciato il Paese”. Il presidente della Commissione tedesca Justitia et Pax, monsignor Heiner Wilmer, è particolarmente preoccupato per gli afgani che hanno lavorato con le organizzazioni tedesche per lo sviluppo: “abbiamo informazioni che i talebani stanno attualmente preparando elenchi di nomi corrispondenti, il che non promette nulla di buono”, ha affermato il vescovo di Hildesheim, il quale ha evidenziato che il successo dell’istruzione e dell’emancipazione delle ragazze e delle donne negli ultimi anni “finirà in una catastrofe”. L’ordinario militare Franz-Josef Overbeck ha sottolineato che anche i soldati della Bundeswehr e i loro parenti hanno pagato un prezzo elevato per la missione. Overbeck ha ricordato i 59 soldati della Bundeswehr uccisi in Afghanistan; “molti altri sono stati feriti nel corpo e nell’anima. Ciò che i soldati hanno dovuto sperimentare e soffrire in azione, spesso ha plasmato e cambiato la vita quotidiana di molti parenti in Germania”. Più di recente, il ritiro dei soldati e il caos all’aeroporto di Kabul hanno lasciato segni profondi: “i soldati hanno dovuto vedere sul campo come tutto ciò che avevano sostenuto per anni si è concluso in un disastro. La certezza che nessuno sarà più in grado di proteggere numerose persone dai talebani rimane un fardello pesante per molti soldati”.

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