Russia: rivince il partito di Putin, larga maggioranza alla Duma. Seguono comunisti e liberali. Accuse di brogli

Con il 99,84% delle schede scrutinate, sono stati annunciati – non senza enormi polemiche – i risultati ancora provvisori delle elezioni in Russia tenutesi il 17-19 settembre. La presidente della Commissione elettorale centrale Ella Pamfilova ha dichiarato che i dati definitivi saranno resi pubblici venerdì 24 settembre. Alle urne è andato il 51,68% degli aventi diritto. Il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, ha raccolto il 49,83% dei consensi; secondo partito più votato è il Partito comunista della Federazione Russa (Kprf) con 18,95%, seguito dal partito liberal democratico (Ldpr) con il 7,51% delle preferenze. Sono riusciti a superare lo sbarramento del 5% anche “Russia giusta – per la verità” (7,46%) e “Persone nuove” (5,35%). I parlamentari di Russia unita conservano la “maggioranza costituzionale”, i due terzi dei seggi, cioè 300 deputati, pur avendo perso oltre 30 parlamentari rispetto al 2016. Ombre lunghe di frode agitano il Paese: i sospetti più pesanti riguardano il voto elettronico usato da 2 milioni di moscoviti (il 90% di coloro che hanno votato nella capitale) e a San Pietroburgo: sia i comunisti sia i sostenitori di Navalny affermano che i dati del voto elettronico siano stati manipolati e chiedono il riconteggio. Un comunicato della Commissione elettorale riferisce, al termine di una riunione preliminare degli osservatori, che “le elezioni della Duma di Stato si sono svolte nel quadro della legge e degli standard internazionali sui diritti elettorali, nel rispetto delle norme democratiche”.

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