Migranti: p. Baggio (Santa Sede), “la teologia della mobilità umana deve rispondere alle sfide di oggi”

“Per fare teologia della mobilità umana bisogna saper piantare la tenda tra il popolo di Dio più vulnerabile e soprattutto tra i migranti e i rifugiati. Questo ci permette di ascoltare il popolo di Dio, leggere insieme i segni dei tempi e apprendere il senso della fede”. Lo ha affermato oggi padre Fabio Baggio, sottosegretario della Sezione Migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio  dello sviluppo umano integrale, intervenendo alla prima giornata della conferenza internazionale “Migranti e pellegrini come tutti i nostri padri (1 Cr 29, 15) – Teologia della mobilità umana nel XXI secolo” organizzata fino al 22 settembre dall’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), dall’Unione dei superiori generali (Usg) e dallo Scalabrini international migration institute (Simi). Padre Baggio ha portato gli auguri personali di Papa Francesco per l’iniziativa, ricordando che il Papa apprezza molto l’approfondimento teologico nell’ambito della riflessione, da trasformare in sussidi e materiali di formazione pastorale che sarà destinato alle Conferenze episcopali e Chiese locali di tutto il mondo. “La riflessione teologica si lascia interpellare dal mondo e dalla storia e si avventura per dare risposte significative alle domande delle donne e degli uomini di oggi – ha affermato –. La teologia deve rispondere alle grandi domande ed essere capace di avventurarsi su sentieri meno conosciuti, pur essendo fedele alle verità dogmatiche: capace di muoversi come una tenda e di spostarsi dove è necessaria la sua presenza”.

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