Diocesi: mons. Carboni (Oristano e Ales-Terralba), “la Chiesa sia accogliente per tutti”

“Saper ascoltare”, “mettersi a disposizione”, lavorare perché “la Chiesa sia accogliente per tutti e dove poveri e semplici si sentono a casa”. È la strada indicata da mons. Roberto Carboni per realizzare il processo di unificazione dell’arcidiocesi di Oristano con la diocesi di Ales-Terralba, deciso da Papa Francesco il 3 luglio scorso con la pubblicazione della Bolla pontificia che riunisce “in persona episcopi” le due Chiese confinanti. Una solenne concelebrazione nella cattedrale dei SS. Pietro e Paolo ha segnato, ieri, il ritorno ufficiale del presule arborense nella cattedra episcopale della diocesi alerese di cui è stato vescovo dall’aprile del 2016 e da maggio 2019 amministratore apostolico. Da due mesi ne è nuovamente vescovo.
Il nuovo status giuridico delle diocesi produce una sola novità: “Si deve iniziare a pensare, progettare, dialogare tra le Chiese di Oristano e Ales-Terralba – ha detto l’arcivescovo, secondo quanto riferisce la diocesi – in vista di una sempre maggior collaborazione sia tra il presbiterio come tra i fedeli laici, per arrivare a un cammino pastorale condiviso”. In questi mesi padre Carboni e consigli presbiterali hanno riflettuto e progettato un cammino di formazione congiunta e di incontri, non solo per il clero ma anche per i laici, per conoscersi ,cercare e trovare punti di incontro e collaborazione. “Non bastano i programmi ben elaborati o la possibilità di avere altri collaboratori”, ha spiegato mons. Carboni: “Significa vivere la propria vocazione e il compito-servizio che ci è stato affidato e a cui siamo chiamati, non come un potere, da far pesare sugli altri, ma come un servizio per facilitare il cammino della comunità, l’adesione al Signore, l’incontro con Dio”.

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