Diocesi: Ragusa, visita del vescovo La Placa ai detenuti e al personale del carcere

“Il carcere non diventi mai un’obitorio della speranza ma piuttosto una ‘grande sala parto’ nella quale, vite segnate dalla sofferenza e dall’esperienza del male, possono rinascere a vita nuova”. Lo ha detto il vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa, all’interno della casa circondariale di contrada Pendente. Accompagnato dal cappellano padre Carmelo Mollica, il presule ha voluto incontrare i detenuti e il personale che opera all’interno del penitenziario. È stata un’esperienza forte che ha toccato il cuore del vescovo e di tutti i presenti.
Ad accoglierlo, la direttrice Giovanna Maltese, la comandante del reparto di Polizia Penitenziaria Chiara Morales, e lo stesso cappellano padre Carmelo Mollica. A salutarlo anche un grande cartello “Benvenuto vescovo Giuseppe” che testimoniava l’attesa e la trepidazione della comunità carceraria per la visita di mons. La Placa. Nella cappella del carcere erano presenti anche gli agenti della Polizia penitenziaria, gli educatori, il personale civile, i medici e gli infermieri dell’area sanitaria, le suore, i catechisti, i volontari, i responsabili della cooperativa “Sprigioniamo Sapori” e dell’associazione “Ci ridiamo su”. “Gli operatori sono veri e propri ostetrici della speranza. Tutti gli operatori dell’istituto – ha aggiunto il presule – sono chiamati a far emergere il bene che esiste nel profondo del cuore di ogni uomo. In questo non fanno altro che rispondere ad una fondamentale vocazione che è quella di aiutare chi ha sbagliato a far riemergere l’immagine e somiglianza di Dio impressa in ogni uomo e in ogni donna”.
Il vescovo ha quindi benedetto i presenti e donato loro un’immagine della Vergine Maria Addolorata. Poi, l’incontro con tutti i detenuti che, per le restrizioni imposte dalla pandemia, è avvenuto all’interno delle celle che il vescovo ha visitato una per una.

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