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Regno Unito: interruzioni di gravidanza “fai da te”. I vescovi inglesi contro la pillola abortiva spedita a casa. Rischi e abusi

“Continuiamo ad opporci al tentativo di rendere permanente una legislazione che si è dimostrata pericolosa e fatale per le donne che aspettano un bambino e che ha provocato la morte tragica e inutile di migliaia di vite non nate”. Con queste parole, in un comunicato firmato dal vescovo responsabile del settore vita John Sherrington, la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles chiede ai circa cinque milioni di fedeli cattolici di scrivere e telefonare ai propri parlamentari perché si oppongano al tentativo del governo di rendere permanenti gli aborti a casa, definiti “fai da te”, introdotti come misura straordinaria durante la pandemia. “La lettera scritta da 600 medici al governo britannico e la mozione presentata dalla deputata Carla Lockhart segnalano che le pillole abortive spedite a casa sono state usate oltre il limite legale delle 24 settimane di gravidanza e che le donne hanno avuto complicazioni come emorragie con le quali hanno dovuto fare i conti da sole”, scrivono ancora i vescovi. La decisione del governo britannico, che ha concluso lo scorso febbraio un processo di consultazione sull’argomento, è imminente ma, secondo le associazioni per la vita, sarà inevitabile che le pillole abortive spedite per posta continueranno ad essere usate benché la polizia britannica abbia aperto delle inchieste sulla morte di un bambino sopravvissuto all’aborto e su due donne morte per colpa di complicazioni.

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