Immigrati: Osservatorio migrazioni a Roma e nel Lazio, “difficile accesso a sanità, vaccini, dad e corsi di italiano. Il flop regolarizzazioni”

In ambito sanitario le difficoltà di accesso ai servizi di base, alla prevenzione, al tracciamento dei casi di Covid hanno colpito soprattutto i più fragili, tra cui molti immigrati. L’Uosd Salute migranti della Asl Roma 1 nel 2020 ha visto triplicare gli utenti (1.511). “Ancora oggi la mancanza di una governance organica nella gestione del Covid ostacola la fruibilità dei percorsi sanitari e ha rallentato la campagna vaccinale, il cui accesso non è ancora universale e paritario”. Lo anticipa il nuovo Rapporto Idos sulle migrazioni nell’area romano-laziale che, dopo 15 anni, cambia nome: da Osservatorio romano sulle migrazioni a Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio. La situazione di sospensione a causa della pandemia ha gravato in maniera pesante anche sugli immigrati: solo il 5% delle 220.000 persone che hanno fatto domanda in tutta Italia ha ottenuto un permesso per lavoro in seguito alla regolarizzazione dell’estate del 2020 per l’emersione di lavoratori stranieri irregolari nel settore agricolo e domestico. A Roma sono giunte a conclusione solo 2 pratiche su 16.000 e non è stato ancora rilasciato nessun permesso. Anche nella capitale e nel Lazio è stata “gravemente indebolita” l’erogazione delle prestazioni sociali agli immigrati come registrazioni anagrafiche, iscrizioni al servizio sanitario, accesso alle cure, iscrizioni scolastiche, richieste e rinnovi dei permessi di soggiorno, servizi di mediazione, corsi di italiano.
Nel Lazio i nuovi permessi di soggiorno rilasciati nel 2019 sono calati del 19,4% rispetto al 2018, soprattutto quelli di asilo e umanitari (-51,4%), più che dimezzati a causa dei “Decreti sicurezza” 2018 e 2019 (ora in parte modificati). Ma sono diminuiti anche i nuovi rilasci delle altre tipologie di permesso: lavoro (-8,0%), famiglia (-12,3%), studio (-15,1%), residenza elettiva, religione e salute (-5,9%). A fine 2019 il numero dei minori stranieri non accompagnati è stato il più basso a partire dal 2010: solo 339 in carico al Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) del Lazio (il 4,8% del totale nazionale), provenienti soprattutto da Egitto, Albania, Tunisia e Bangladesh. Stabile la popolazione straniera residente: 629.171 persone nel Lazio a inizio 2020, appena 2.423 in più del precedente anno (+0,4%).  Nella scuola la pandemia ha acuito le diseguaglianze. Tra gli 80.947 studenti di cittadinanza non italiana iscritti nel Lazio, 51.757 dei quali nati in Italia (63,9%), tanti sono rimasti isolati o esclusi dalla didattica a distanza. Anche i corsi di insegnamento dell’italiano L2 hanno subito interruzioni: negli anni pre-Covid la rete ScuoleMigranti insegnava l’italiano ad almeno 11.000 allievi all’anno, nel 2020 ne ha raggiunti solo il 30% (3.362).

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