Obolo San Pietro: p. Guerrero (prefetto), “intrapreso un percorso di trasparenza anche con chiarimento di episodi poco chiari”

“È sempre vero che negli investimenti a volte si guadagna e a volte si perde. Ma se ci sono state irregolarità, dobbiamo capirle e punire i responsabili”. Lo dice il prefetto della Segreteria per l’Economia, p. Juan Antonio Guerrero Alves, in un’intervista a Vatican News sull’investimento nel fondo proprietario del palazzo di Sloane Avenue a Londra. “Gli investimenti dell’Obolo erano tradizionalmente in un paniere insieme agli investimenti di altri fondi assegnati alla Segreteria di Stato. Non era facile dire che questa parte, queste quote o questo edificio appartiene all’Obolo e questo appartiene ad altri fondi”, riferisce il prefetto.
P. Guerrero segnala che “la Santa Sede ha intrapreso un percorso di trasparenza e questo percorso comprende anche il chiarimento di episodi poco chiari”. “Quello che si può dire, intanto, è che le svalutazioni e le perdite del palazzo di Londra – suppongo che sia stato fatto per rispetto delle donazioni dei fedeli – non sono ricadute sui fondi dell’Obolo ma su altri fondi detenuti dalla Segreteria di Stato. Questo è stato deciso quando è stata fatta la distribuzione del contributo di ogni fondo alle perdite”.
Soffermandosi poi sulla cifra in possesso del fondo dell’Obolo, il prefetto segnala che “il fondo Obolo nel 2015 era di 319 milioni di euro”. “Negli ultimi anni ha speso in media 19 milioni di euro in più di quanto ha incassato. Il fondo Obolo aveva, al 31 dicembre 2020, circa 205 milioni di euro, parte di questi in investimenti poco ‘liquidi’, compreso il famoso palazzo di Londra. Il fondo Obolo è stato decapitalizzato negli ultimi anni a causa delle spese dei dicasteri della Curia, che hanno avuto bisogno di più di quanto veniva raccolto. È ovvio che non può più essere così”.

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