Rifugiati: Caritas altoatesina, “l’emergenza profughi è tutt’altro che finita”. Progetti di sostegno e accompagnamento in ricerca di lavoro e alloggio

(Foto: Georg Hofer per Caritas Bolzano-Bressanone)

“In Alto Adige, il numero di richiedenti asilo è sceso drasticamente negli ultimi mesi, ma a livello mondiale la tendenza è ben diversa: nonostante la pandemia il numero delle persone che fuggono dal proprio Paese d’origine è aumentato significativamente. L’emergenza profughi è tutt’altro che finita”: lo dice il direttore della Caritas diocesana di Bolzano-Bressanone, Paolo Valente, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra il 20 giugno. Anche se la Caritas ora gestisce meno case per profughi, l’impegno per le persone che cercano rifugio in Alto Adige non è diminuito: il sostegno e l’accompagnamento nella ricerca di lavoro e alloggio, come per i vari progetti di integrazione rimangono l’obiettivo principale.
“Poiché il numero dei richiedenti asilo nel nostro Paese si è ridotto significativamente e visto che al momento non ci sono segni di ripresa, alcuni dei centri di accoglienza statali, i cosiddetti Cas, sono stati chiusi. Mentre 6 anni fa erano aperti 30 centri di questo tipo, ora sono aperti ancora 15, da luglio in poi saranno solamente 13”, riferisce Alessia Fellin, responsabile dell’area accoglienza della Caritas. “Anche noi nel frattempo abbiamo chiuso 5 delle 11 case per profughi che abbiamo gestito in passato. Il maggior numero di ospitati lo abbiamo raggiunto nel 2018 con 657 persone”.
Delle 150 persone attualmente ospitate, più di un terzo sono donne e più di un quinto sono minori. La maggior parte di queste persone è ancora in attesa dell’esito della procedura della richiesta di asilo o della sentenza definitiva del tribunale. Per tutti i richiedenti asilo i centri di consulenza della Caritas sono di grande aiuto nell’affrontare queste procedure complesse: in un anno circa in 2.000 trovano un sostegno efficace presso la Consulenza profughi a Bolzano. Chi è avente diritto dello status di protezione sussidiaria viene seguito successivamente dalle 4 consulenze per migranti della Caritas, che si trovano a Bolzano, Merano, Silandro/Malles e Brunico. L’obiettivo è che migranti diventino autonomi il prima possibile. Solo l’anno scorso, sono state sostenute 3.300 persone.
“Mentre prima della pandemia la maggior parte dei richiedenti asilo aveva un lavoro, molti lo hanno perso a causa delle chiusure. Pochi sono stati messi in cassa d’integrazione. Le donne e i lavoratori precari a basso salario sono stati particolarmente colpiti”, aggiunge Fellin.
La Caritas ha istituito da anni un servizio speciale per l’assistenza abitativa, il cosiddetto “Auszugsmanagement”, che ha lo scopo di sostenere le persone, tra cui molte famiglie, nella ricerca di una sistemazione abitativa autonoma. “Per trovare alloggi a prezzi accessibili, è molto importante la stretta collaborazione con i vari partner della rete, la popolazione locale e le parrocchie”, sostiene Fellin.

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