Contratti pubblici: Busia (Anac), “fare in fretta, ma soprattutto fare bene”

“I contratti pubblici sono da sempre oggetto di particolare attenzione da parte delle pubbliche amministrazioni, degli operatori economici e di tutti i cittadini. Nel prossimo futuro lo saranno ancor di più, in quanto è attraverso essi che passerà la parte più significativa delle ingenti risorse legate all’attuazione del Piano di ripresa. Per realizzare gli ambiziosi progetti contenuti nel Piano, infatti, le amministrazioni, non possedendo in proprio i beni necessari, o i mezzi per svolgere lavori e servizi, dovranno rivolgersi a fornitori e operatori di mercato, attraverso gli appalti”. Lo ha sottolineato il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, presentando a Montecitorio la Relazione annuale 2020. Purtroppo, “il codice dei contratti pubblici è, da un lato, un cantiere sempre aperto, oggetto di continui interventi e modifiche e, dall’altro, un’opera incompiuta perché mancano ancora dei tasselli fondamentali per la sua attuazione, come la qualificazione delle stazioni appaltanti e la digitalizzazione”. Per Busia, “occorrono e sono probabilmente ancora più urgenti riforme sul piano amministrativo, organizzativo e funzionale. Negli ultimi mesi l’attenzione generale si è comprensibilmente concentrata sull’esigenza di rendere più celeri le procedure. Questo è fondamentale non solo per rispettare le precise scadenze legate all’utilizzo dei fondi europei, ma anche perché, a regime, abbiamo bisogno di recuperare il non giustificabile divario temporale che ci separa da altri Paesi”. Tuttavia, “falliremmo se tale accelerazione portasse a trascurare che il vero obiettivo è quello di costruire infrastrutture solide e funzionali, di acquistare beni di qualità e a prezzi convenienti, di ricevere e fornire ai cittadini servizi più efficienti. Ciò, garantendo una sana competizione fra gli operatori economici ed evitando che in essa si inserisca e magari prevalga chi usa comportamenti scorretti o risorse ricavate in modo illecito. Tutto questo è essenziale, per non essere poi costretti a cambiare in corsa o a ricominciare da capo, ad esempio per un progetto sbagliato o per lavori fatti male, con perdita – questa volta sì – di tempo e risorse, oltre che con rischi per la sicurezza. Insomma, è doveroso preoccuparsi di fare in fretta, ma non dimentichiamo che il vero obiettivo è fare bene”. Se non saremo capaci di ciò, “avremo prodotto solo ‘debito cattivo’, come tanto autorevolmente è stato definito, non importa se debito nazionale o europeo, e il fardello ricadrà sulle prossime generazioni. Le persone che opereranno per la realizzazione del Piano, sul lato pubblico e su quello privato, sono parte essenziale dello stesso: la loro valorizzazione, a tutti i livelli, costituisce insieme lo strumento e la misura del suo successo”. Obiettivo del Piano sono “le persone, la loro crescita e il loro benessere”.

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