Corruzione: Busia (Anac), “Italia attesa da sfide decisive per il proprio futuro”

“L’Italia è attesa da sfide decisive per il proprio futuro, che impongono una riflessione sui valori ai quali ispirare strategie e azioni per ritornare su un sentiero di sviluppo e coesione sociale. In tale ambito, la prevenzione dei comportamenti corruttivi non può che avere un ruolo centrale e determinante. La corruzione è fenomeno sfuggente, insidioso, difficile da scoprire e da estirpare”. Lo ha detto oggi Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), presentando presso la Sala della Regina di Montecitorio, la Relazione annuale sull’attività svolta dall’Anac nel 2020. “Ciò, anche perché corrotto e corruttore hanno tutto l’interesse a tenere nascosto il loro accordo e la vittima non è una singola persona, pronta a denunciare, ma la collettività, con un prezzo altissimo pagato in termini di minori opportunità e servizi più cari o scadenti – ha sottolinea Busia -. Non conosciamo la sua reale estensione, ma sappiamo che essa spezza quel patto fondativo che è alla base dello stare insieme come comunità. Erode le radici della convivenza comune, il necessario coesistere di diritti e doveri sui quali si fondano i vincoli di solidarietà economica e sociale richiamati dall’articolo 2 della nostra Costituzione”. Per il presidente dell’Anac, “la deviazione di risorse pubbliche a vantaggio di pochi, che sempre accompagna i fenomeni corruttivi, ricade innanzi tutto sui più deboli, su chi non ha i mezzi per fare da solo. Per questo, la corruzione lede un altro fondamentale principio sancito dalla Carta costituzionale, quello di uguaglianza (articolo 3)”. E “lo stesso principio viene leso nel momento in cui, a causa della corruzione, qualcuno viene favorito e passa avanti a chi, in una competizione leale, avrebbe vinto. Essa distrugge quindi il merito, vanifica i sacrifici di chi ha investito sulle proprie capacità per avere un impiego, un finanziamento o una commessa, sfuggiti solo a causa di furberie e inganni. Colpisce chi inseguiva un sogno e si vede ingiustamente frustrato”. Ma non è tutto: “La corruzione è odiosa perché coinvolge la parte pubblica della società, che dovrebbe essere invece al fianco dei cittadini. La Costituzione è ancora una volta il nostro faro”. Dunque, “imparzialità, impegno, lealtà reciproca sono i valori più alti che la corruzione calpesta. Con essa si tradisce la fede pubblica, provocando non solo sfiducia e frustrazione rispetto al disservizio o all’opportunità sfuggita, ma vera e propria disgregazione sociale”. “Tutto ciò alimenta un senso di ingiustizia e minaccia un bene prezioso che, soprattutto nei momenti di difficoltà, abbiamo tutti il dovere di preservare: la fiducia nelle istituzioni. Ecco dunque perché non basta contrastare la corruzione attraverso la repressione, ma occorre creare strumenti e regole in grado di prevenirla”, ha sottolineato Busia.

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