Ccee: incontro addetti stampa e portavoce. “Pandemia e comunicazione ecclesiale: per ricominciare, la parola chiave è prossimità”

Ad un anno e mezzo dall’inizio della pandemia e dei lockdown decisi dai governi per contrastare il diffondersi del virus, gli addetti stampa e i portavoce delle Conferenze episcopali europee si sono incontrati oggi – via Zoom – per confrontarsi sull’impatto che la pandemia ha avuto sul loro lavoro, sulla vita della Chiesa in Europa e più in generale sull’informazione. “Pandemia e comunicazione ecclesiale: nuove sfide pastorali”. Questo il tema dell’incontro promosso dalla Sezione Comunicazioni sociali del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) al quale hanno partecipato 48 portavoce, provenienti da tutta Europa. All’incontro hanno preso la parola Vania de Luca, vaticanista del Tg3 e presidente nazionale dell’Ucsi, e il direttore de L’Osservatore Romano, Andrea Monda. Anche per la Chiesa, è stato un periodo difficile e complicato. Il Coronavirus ha ristretto al massimo le possibilità di incontro tra le persone, impedendo anche tutte le attività pastorali e la celebrazione della Messa con la partecipazione dei fedeli in presenza. Una situazione straordinaria in cui, per la Chiesa – dicono al Ccee –, ha prevalso “il dovere di carità, di protezione della vita e della salute che l’ha portata ad accettare le restrizioni”. Tanti vescovi e sacerdoti non hanno comunque mancato di creatività. Momenti di preghiera e celebrazioni liturgiche si sono trasferiti in rete, alla radio e alla televisione. L’ambiente digitale ha offerto nuove forme di socializzazione e partecipazione e la comunicazione, anche quella ecclesiale, alla prova del Covid, ha mostrato potenzialità e criticità. Come abitare gli ambienti digitali per raggiungere, incontrare tutte quelle persone che frequentano i social e la rete? Come salvaguardare la dimensione sacramentale legata alla partecipazione fisica delle celebrazioni? Su queste domande si sono confrontati i portavoce, alla luce anche delle esperienze concrete vissute sul campo. Nelle conclusioni, mons. Nuno Brás, vescovo di Funchal (Portogallo) e responsabile della Sezione Comunicazioni sociali del Ccee, ha ribadito come questo sia “il tempo delle scelte”. “La pandemia ci ha mostrato un nuovo modo di vivere”, ha detto, “ci siamo accorti che la nostra normalità forse è cambiata per sempre, che non si può, semplicemente, ripartire ma bisogna ricominciare. La parola chiave è la prossimità: è necessario accompagnare le persone in qualsiasi contesto, anche quello digitale, e far sentire loro la vicinanza della comunità e di Dio, farsi compagni di strada nel bisogno di sacro e di Dio che abita il cuore dell’uomo, essere capaci di aprire finestre al mistero di Dio”.

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