Migranti: Oxfam, “respingere richiedenti asilo al confine greco è prassi comune. Restano gravissime le condizioni dei 9.300 intrappolati a Lesbo e nelle altre isole”

“Incurante delle pressioni e richieste che si moltiplicano a livello nazionale e internazionale, la Grecia continua a respingere i richiedenti asilo o ad accoglierli in condizioni disumane, mentre l’Ue sta a guardare. L’Ue deve invece assicurare che tutti i suoi membri abbiano al loro interno organismi e procedure per indagare sui casi di respingimento illegale, in modo indipendente e con pieno mandato per esaminare le prove. Sapevamo già di questa vergognosa pratica illegale, ma è giunto il momento di chiedere l’istituzione di un’autorità investigativa indipendente, capace di monitorare e intervenire su quanto accade”. È l’appello all’Unione europea e alla Grecia lanciato oggi da Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia, in occasione della diffusione del rapporto di Oxfam e Greek Council for refugees alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato, che fotografa attraverso testimonianze dirette quanto la pratica del respingimento illegale sia comune e diffusa.
“Dal 2017 – viene denunciato – i respingimenti illegali al confine greco si sono moltiplicati passando da centinaia a migliaia di casi, nonostante l’indignazione espressa a livello internazionale. E chi decide di parlare viene criminalizzato”.
La situazione dei migranti intrappolati a Lesbo (oltre 6.300), soprattutto nel campo di Mavrouni ribattezzato Moria 2.0, restano disperate: migliaia di minori – viene spiegato – non vanno a scuola, spesso arrivano da soli e in molti casi vengono trattati come adulti perché passano mesi prima che venga accertata la loro età; oltre 5.500 persone a Moria 2.0 devono fare i conti con la crescita dei contagi da Covid19 che si sono moltiplicati nel mese di maggio, in assenza di assistenza sanitaria e servizi igienici.
“Chi non viene respinto si ritrova a vivere in condizioni disumane, soprattutto donne e bambini”, afferma Pezzati, secondo cui “più della metà dei migranti che si trovavano a Lesbo a inizio giugno erano donne (il 22%) e minori (il 32%), il che significa oltre 1.800 bambini e ragazzi, che per i 2/3 hanno meno di 12 anni e nel 7% dei casi sono arrivati in Grecia da soli”.
“Le leggi internazionali, europee e greche stabiliscono il diritto alla richiesta di asilo e impediscono respingimenti senza un esame del caso personale”, puntualizza Pezzati, per il quale “siamo di fronte ad una palese e sistematica violazione delle normative e soprattutto dei diritti fondamentali delle persone che raggiungono l’Europa, in cerca di salvezza”.

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