Lavoro: Inps, nel periodo di emergenza sanitaria autorizzate oltre 5 miliardi di ore di cassa integrazione. A marzo 620,4 milioni di ore (+293,1% su febbraio)

Da aprile 2020 a marzo 2021 sono state autorizzate complessivamente per emergenza sanitaria 5.016,7 milioni di ore di cassa integrazione guadagni (Cig), di cui 2.259,5 di Cig ordinaria, 1.728,4 per l’assegno ordinario dei fondi di solidarietà e 1.028,8 di Cig in deroga. Lo comunica oggi l’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) aggiungendo che “nel mese di marzo sono state autorizzate complessivamente 620,4 milioni di ore, con un incremento del 293,1% rispetto a febbraio”.
Stando ai dati diffusi, le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate a marzo 2021 sono state 282 milioni, quasi interamente riferite all’emergenza sanitaria, +974,8% in più rispetto a febbraio (26,2 milioni). A marzo 2020 le ore autorizzate erano state 12,7 milioni.
Per la cassa integrazione straordinaria sono state autorizzate 17,5 milioni di ore, di cui 1,3 milioni per solidarietà, con un incremento del 141% rispetto a marzo 2020 (7,3 milioni). Rispetto a febbraio 2021 si registra una variazione congiunturale pari al +64%. Gli interventi in deroga sono stati di 114,8 milioni di ore, con una variazione congiunturale del +69,7% rispetto a febbraio. A marzo 2020 erano state autorizzate circa 2mila ore. Per i fondi di solidarietà sono state autorizzate 227,6 milioni di ore, con un incremento del 231,3% rispetto a febbraio. Nel mese di marzo 2020 le ore autorizzate erano circa 739mila.
Per quanto riguarda la distribuzione regionale, la Lombardia è la Regione con il maggior numero di ore di Cig ordinaria autorizzate a marzo, con 63,5 milioni, seguita da Piemonte con 29,2 milioni e Veneto con 28,8 milioni. Per la Cig in deroga, le Regioni per le quali sono state autorizzate il maggior numero di ore sono state la Lombardia con 29,9 milioni, il Lazio con 15,4 milioni e il Veneto con 9,4 milioni. Per i fondi di solidarietà, le autorizzazioni si concentrano in Lombardia (61,7 milioni), Lazio (23,8 milioni), Veneto (20,2 milioni), Emilia Romagna (19,2 milioni).

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