Scautismo: Platania (Fse Italia), “nonostante la pandemia abbiamo proseguito nel compito di educare buoni cittadini e buoni cristiani”. Oltre 20mila ragazzi in 2013 gruppi

“Essere scout significa soprattutto essere al servizio del prossimo. E in questi mesi di emergenza sanitaria sono davvero tanti, dai più piccoli ai più grandi, quelli che hanno dato un contributo. Nonostante le difficoltà della pandemia il nostro Movimento non si è fermato, ma abbiamo continuato con il nostro progetto rivolto ai ragazzi: contribuire all’educazione di buoni cittadini e di buoni cristiani”, dice in un comunicato diffuso oggi Marco Platania, presidente dell’Associazione italiana guide e scout d’Europa cattolici – (Scout d’Europa – Fse), organizzazione che conta oltre 20mila ragazzi, divisi in 203 gruppi e 1361 unità. “Lo scautismo è uno stile di vita – aggiunge Aline Cantono di Ceva, commissaria generale guide – ragazzi e ragazze si impegnano a diventare uomini e donne facendosi artefici responsabili e consapevoli della propria strada, del proprio futuro”. I più grandi si prendono cura dei più piccoli, vivendo a stretto contatto con la natura, elemento indispensabile dell’essere scout, che rispettano e proteggono. “E quando non è possibile farlo all’aria aperta, come avvenuto nei mesi dell’emergenza sanitaria si trova sempre una strada alternativa”, chiosa Fabrizio Cuozzo, commissario generale scout.
Non solo natura, ma anche spiritualità. “Niente può descriverci meglio delle parole di Giovanni Paolo II: itinerario di crescita spirituale. Gli scout d’Europa – Fse offrono un cammino di grande valore per la formazione integrale della persona, – conclude don Paolo La Terra, assistente generale – formazione al dialogo, al senso della giustizia, alla lealtà, alla fraternità nei rapporti sociali; il gioco, l’avventura, la natura sono i mezzi con i quali innamorarci di Dio”.

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