Perù: 380 migranti bloccati alla frontiera tra Brasile e regione di Madre de Dios. Mons. Martínez (Puerto Maldonado), “evitare conflitto sociale”

(Foto: ANSA/SIR)

380 migranti bloccati alla frontiera tra Brasile e Perù, in maggioranza haitiani, ma anche africani e asiatici. Lo denuncia, in una nota, il vicario apostolico di Puerto Maldonado, mons. David Martínez de Aguirre Guinea. “Dal vicariato apostolico di Puerto Maldonado ci pronunciamo richiamando l’attenzione delle autorità governative. Crediamo che si debba fornire una soluzione immediata a questa situazione per evitare lo scatenarsi di un grave conflitto sociale”, si legge nella nota. Domenica, infatti, è stata segnalata la presenza dei migranti, al confine tra lo Stato brasiliano dell’Acre, nel municipio di Assis, e la regione peruviana di Madre de Dios, nel municipio di Iñapari. I migranti, arrivati in Brasile per via aerea, chiedono di entrare in Perù, ma la loro intenzione sarebbe quella di procedere verso nord, contrariamente a quanto fanno sempre in queste settimane i venezuelani, dirigendosi alla frontiera di Tumbes, per continuare il loro viaggio attraverso l’Ecuador e poi ancora, in una rotta pericolosissima e molto lunga, la Colombia, Panama e gli altri Paesi del Centroamerica.
Nel comunicato, che si basa principalmente sulle segnalazioni fornite dai missionari che lavorano in quella zona di confine, viene indicato che i migranti non cercano sostegno sociale e si sentono infastiditi dalla scelta del Governo peruviano di chiudere le frontiere. “Indicano anche che, se il Governo peruviano facilitasse il transito attraverso mezzi di trasporto, pagherebbero loro stessi questo servizio”, si legge. Si segnala inoltre che tra quelle circa 400 persone ci sono donne incinte e bambini e che coloro che si trovano in una situazione di salute più vulnerabile sono assistiti da un’équipe medica inviata dal Municipio di Assis.
Allo stesso modo, si afferma che Iñapari avrebbe la capacità di eseguire temponi molecolari su tutti i migranti. Sulla base di tutto ciò, il vicario apostolico chiede di “trovare la formula che ci permetta di rispondere immediatamente a questa emergenza, evitando un grave conflitto sociale che si aggiunge ai gravi problemi che già abbiamo”.

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