Diocesi: Arezzo, ieri il pontificale per la festa Madonna del Conforto. Card. Parolin, “non voltare mai le spalle al dolore, discernere” e avere “rispetto”

Al termine dei nove giorni previsti dalla novena, è stato il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ieri mattina a presiedere la Messa pontificale dedicata alla Madonna del Conforto, nella cattedrale di Arezzo, intitolata ai santi Pietro e Donato. La messa per i festeggiamenti in onore della protettrice della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro è stata concelebrata dal card. Gualtiero Bassetti, da mons. Riccardo Fontana e da alcuni vescovi toscani, mons. Andrea Migliavacca, mons. Stefano Manetti, mons. Roberto Filippini,mons. Rodolfo Cetoloni, mons. Luciano Giovannetti, mons. Franco Agostinelli, mons. Italo Castellani, alcuni dei quali emeriti.
Il card. Parolin ha posto l’accento su come Maria sia una madre capace di farci diventare adulti nella fede, uscendo da un perenne infantilismo, per affrontare la vita in maniera positiva e senza recriminazioni, assumendo le nostre responsabilità nel momento della gioia e in quello della sofferenza: “Quali vie di uscita ci mostra la Madre della Chiesa, che riconosciamo e qui invochiamo come Madonna del Conforto? La prima via di uscita sta nel non voltare mai le spalle al dolore. Voltare le spalle al dolore significa voltare le spalle ai sofferenti”.
Il richiamo alla pandemia è forte: “Siamo nel tempo di dolorosa e luttuosa pandemia dovuta al Covid-19. Questo tempo esige da noi una decisione: chi vogliamo essere? Chi vogliamo diventare? Cosa vogliamo fare?”.
“Per far risuonare queste domande e potervi rispondere evangelicamente – ha aggiunto il porporato – il Santo Padre Francesco ci ha dato la sua impegnativa enciclica Fratelli tutti – ha proseguito il Segretario di Stato di Sua Santità -. In essa egli ci ha ricordato che davanti a tali domande, il credente non può che fare spazio all’esperienza che Gesù ha condensato nel racconto del buon samaritano”.
C’è anche una seconda via di uscita, indicata da Maria, “ed è quella del discernimento”. “Quanti falsi messia ci sta presentando l’attuale pandemia? Quali sono le loro voci suadenti, come quelle delle sirene? Quali promesse ci stanno facendo? Ma, soprattutto, qual è il prezzo che ci stanno chiedendo? Abbiamo bisogno di saper distinguere bene la voce di Gesù dalla voce dei falsi messia. Abbiamo bisogno del discernimento, per non ingannarci e per non ingannare”. E, infine, la “terza via d’uscita offerta qui ed ora dalla Madonna del Conforto ed è quella del rispetto” perché “il mondo non sia fatto da ingannatori e ingannati, ma da uomini e donne che possono fidarsi l’uno dell’altro e contare l’uno sull’altra: il mondo dei figli e delle figlie di Dio”.
“Non voltare mai le spalle al dolore. Il discernimento. Il rispetto. Queste sono le chiavi che la Parola di Dio e la Liturgia odierna ci consegnano per leggere, in questo tempo di pandemia, quel dono per la fede e sfida per la ragione che è il segno mariano della Madonna del Conforto impresso nella memoria credente del popolo di Dio”, ha concluso il card. Parolin.

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