Povertà: Impagliazzo (Comunità di Sant’Egidio), “le ferite del Covid sono ancora aperte. Affrontare insieme la stagione di emergenza non ancora conclusa”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Le ferite del Covid sono ancora aperte. Questa stagione di emergenza non si è ancora conclusa e si può affrontare soltanto insieme. Bisogna superare l’inerzia e lo stordimento di questo periodo che ci ha provato: i cittadini e le istituzioni devono unirsi per una grande mobilitazione in favore di chi ha subito maggiormente le conseguenze economiche e sociali della pandemia”. Lo ha affermato il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, stamattina, durante la conferenza stampa a Roma per la presentazione della nuova edizione di “Dove mangiare, dormire, lavarsi” e anche di dati sull’impegno della Comunità in risposta alla crisi legata al Covid. “C’è bisogno di un salto di solidarietà e responsabilità. Le feste di Natale, momento caldo e di famiglia, saranno l’occasione per aggiungere un posto a tavola e per non dimenticare chi ha bisogno”, ha aggiunto Impagliazzo, facendo riferimento alla campagna solidale “Aggiungi un posto a tavola”, per regalare ai più fragili un pranzo degno della festa. A margine della conferenza stampa, il presidente di Sant’Egidio ha annunciato l’arrivo delle prime famiglie di afghani con i corridoi umanitari dall’Iran e dal Pakistan.
“La pandemia ha reso manifesti altri tipi di disagio in parte sommersi e ignorati, a cominciare dalla povertà di relazioni, che spesso fa il paio con quella abitativa. Si stima siano oltre 50mila i senza fissa dimora nel nostro Paese. Per loro, ma anche per gli anziani soli e per le persone con disabilità fisica e psichica, Sant’Egidio ha messo in campo risposte basate sulla convivenza come antidoto alla solitudine: solo a Roma usufruiscono di questa rete abitativa oltre 900 persone, più altre in diverse città italiane. E soltanto dall’inizio della pandemia sono sorti a Roma 43 nuovi cohousing per senza fissa dimora sottratti dalla strada o anziani soli che hanno evitato l’istituto”, viene ricordato in una nota della Comunità di Sant’Egidio.
Poveri, senza fissa dimora e persone fragili compongono spesso un universo di “invisibili” anche al sistema sanitario nazionale e rischiano di restare esclusi dalla campagna di immunizzazione. Per loro la Comunità di Sant’Egidio ha realizzato “un hub vaccinale nel cuore della Capitale che dal luglio scorso ha permesso di somministrare 13mila dosi, garantendo la protezione dal virus a 8mila persone”.
Giunta alla 32ª edizione, anche quest’anno torna la guida “Dove mangiare, dormire lavarsi”, distribuita gratuitamente dalla Comunità di Sant’Egidio e rivolta alle persone senza fissa dimora e a chiunque abbia bisogno: poveri, cittadini stranieri, anziani.

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