Immacolata: mons. Moraglia (Venezia), “capolavoro della grazia di Dio” continua ad “operare per la nostra salvezza”

“Il cammino dell’Avvento ci pone dinanzi la figura di Maria, l’Immacolata, capolavoro della grazia di Dio, immagine personale dell’attesa, madre universale dell’umanità”. Ha esordito così il patriarca di Venezia Francesco  Moraglia, nell’omelia della messa solenne per la festa dell’Immacolata Concezione di Maria, presieduta ieri presso la basilica cattedrale di San Marco.
“In lei – ha proseguito Moraglia – il divino entra in modo unico nell’umano, attraverso ciò che di più umano c’è nell’uomo: la libertà. La libertà nel suo imprescindibile rapporto con la grazia”. Nel piano salvifico “l’iniziativa è di Dio e non potrebbe essere altrimenti; l’opera di Dio, però, sollecita e chiede sempre la collaborazione umana – da cui mai prescinde – e tale collaborazione umana ha un nome preciso: l’Immacolata, la madre di tutta l’umanità”. Ecco perché Maria “ci viene proposta all’inizio del tempo di Avvento per prepararci degnamente al Natale. Avvento significa attesa e l’attesa richiede di guardare oltre di sé. Maria è l’icona dell’attesa in quanto va al di là e oltre i suoi progetti personali, aprendosi a Dio che interpella e sollecita la libertà di Maria”.
Maria, ha proseguito il patriarca, “ci ricorda che fissare il proprio sguardo (e, quindi, fondare la propria vita) su Gesù non penalizza la propria persona né, tantomeno, la diminuisce; fa ritrovare, piuttosto, l’autenticità del vivere umano”. L’Immacolata, la piena di grazia, “la perdonata per eccellenza, continua ad operare – come già redenta – per la nostra salvezza”. Qui, ha concluso Moraglia, “c’è tutto il senso dell’Avvento, il senso del Natale, il senso della Pasqua. E tutto è già nel sì di Maria, l’Immacolata, che è attesa operosa del Signore, attesa che rende presente la sua venuta, ossia il Santo Natale. E spero che non abbiamo paura a nominarlo”.

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