Argentina: Osservatorio divario sociale Uca, “solo il 2% della popolazione urbana ha un lavoro stabile”, situazione ancora più precaria nei quartieri poveri, per donne e giovani

Disoccupazione e povertà continuano a essere problemi strutturali dell’Argentina, acuiti dalla situazione di pandemia. Solo una minoranza degli argentini che vivono in un contesto urbano ha un’occupazione stabile, mentre la povertà salariale, dopo il “terribile” 2020, si attesta ancora su livelli inferiori al 2019, prima della pandemia. A queste conclusioni arriva il rapporto “Crisi dell’occupazione, povertà di reddito e deprivazione sociale strutturale. Argentina urbana 2010-2021”, elaborato come ogni anno a partire dal 2010 dall’Osservatorio del divario sociale dell’Università Cattolica dell’Argentina (Uca).
Alla presentazione hanno partecipato il direttore dell’Osservatorio, Agustín Salvia, il direttore di Equilibria e docente Uca, Martín Rapetti, e il sociologo, socio fondatore e direttore di Poliarquía, Eduardo Fidanza. L’incontro ha visto la partecipazione di personalità di tutto l’arco politico.
Il rapporto dà conto dello stato di benessere in chiave evolutiva, tra il 2010 e il 2021, per quanto riguarda l’Argentina urbana, in un contesto in cui si comincia a proiettarsi sul post-pandemia. Secondo i risultati dell’indagine, riferiti al periodo luglio-ottobre 2021, solo il 42,1% della popolazione con più di 18 anni economicamente attiva è riuscito ad accedere alla piena occupazione, con un lavoro stabile e garantito da diritti. Viceversa, il 9,1% della popolazione era dichiaratamente disoccupato e 19,2% soggetto a sottoccupazione instabile (attività commerciali informali, lavori temporanei o non retribuiti, in Argentina detti “changas”, oppure beneficiario di programmi di lavoro retribuito). Il 29,6% aveva un lavoro regolare ma precario (con livelli di reddito superiore alla sussistenza, ma senza alcuna garanzia). La qualità dell’occupazione è diminuita notevolmente tra le persone residenti in quartieri popolari e poveri delle città, oltre che tra i giovani, gli anziani e le donne. Infatti, tra i lavoratori residenti nelle aree urbane povere, solo il 17,3% ha un lavoro stabile e il 28,7% un lavoro precario. Il sottoimpiego raggiunge il 35,3%, la disoccupazione dichiarata il 18,7%. In media, la piena occupazione riguarda il 35,5% delle donne e il 37,4% dei giovani tra i 18 e 34 anni.

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