Corruzione: Libera, “l’80,7% del campione di studenti intervistati la ritiene diffusa in ambito universitario”

Un quadro oggettivo e generale della percezione del fenomeno corruzione tra gli studenti universitari ed i neolaureati di ambito sanitario è stato fotografato da Small Working Group del Sism-Segretariato italiano studenti in medicina Aps, in collaborazione con Libera. L’inchiesta, si legge in una nota di Libera, “ha coinvolto studenti e neolaureati in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Professioni sanitarie delle diverse Università italiane. Al questionario hanno risposto 1.498 studenti”. Nonostante la maggior parte dei partecipanti all’indagine ritenga la corruzione un problema di entità grave (71,8%), il 10% del campione crede altresì che la corruzione sia accettabile quando non crea danno o quando è finalizzata al raggiungimento di un obiettivo. Nell’indagine è stato chiesto agli intervistati quanto ritenessero diffusa la corruzione in ambito sanitario e in ambito universitario, in una scala da 1 (per niente) a 10 (completamente). Rispetto al primo, se si sommano le risposte da 6 a 10 totalizzano il 91% delle risposte. Rispetto alla diffusione in ambito universitario, se si sommano le risposte da 6 a 10 totalizzano l’80,7% del campione. “È interessante anche notare – evidenzia Libera – come nella corruzione in ambito universitario – per la quale presumibilmente le esperienze personali possono avere un peso maggiore rispetto alle aspettative nel formarsi delle opinioni – la somma dei due valori più pessimistici (9 e 10) sia pari al 31%, contro il 25% delle credenze di altissima diffusione della corruzione nel settore sanitario”. Agli studenti è stato altresì chiesto come valutassero l’impegno del proprio ateneo nella promozione della cultura della legalità, in una scala da 1 a 5. Sommando i primi due livelli (quindi 1 e 2) si arriva al 62,3%, pari a 933 studenti, segno che non si ritiene sufficiente l’azione proattiva dell’università in questo campo: un segnale forte e chiaro di una richiesta di maggior impegno da parte delle istituzioni universitarie sui temi della lotta alla corruzione e alle altre forme di illegalità e criminalità organizzata. Viceversa nel domandare quanto si ritenga importante parlare di corruzione all’interno del proprio corso di studi, l’81,3% lo ritiene fondamentale. “Lo sviluppo di percorsi formativi specifici sui temi della lotta alla corruzione e per la cultura della legalità – oggi assenti – nei diversi ambiti universitari – sostiene Libera – potrebbe rappresentare infatti uno strumento potente per costruire efficaci presidi di legalità nel mondo delle professioni e nella futura classe dirigente”. L’esito del sondaggio dimostra l’incoraggiante sussistenza di una “domanda” di conoscenza da parte dei possibili destinatari.

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