Afghanistan: Iacomini (Unicef Italia), “situazione disperata” con “fame diffusa, aumento di matrimoni precoci, lavoro minorile e reclutamento nei gruppi armati”

“L’aumento della fame e l’interruzione delle consegne di aiuti stanno creando una crisi in rapida espansione in Afghanistan, la situazione del Paese come avvertono tutte le agenzie impegnate sul territorio è disperata specie per bambine e bambini”. Lo dichiara Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. “I nostri uffici sul campo – spiega – ci avvertono che circa la metà del Paese, 23 milioni di persone, ha bisogno di aiuto, c’è una escalation della povertà davvero veloce, è una corsa contro il tempo per fornire assistenza prima dell’arrivo dell’inverno”. “Come Unicef – prosegue Iacomini – stiamo portando aiuti attraverso voli charter e attraverso il confine con il Pakistan ma ogni giorno diventa più freddo e difficile”. “C’è già la neve in montagna, le aree rurali sono quasi tutte tagliate fuori e a breve tutte le aree diventeranno completamente inaccessibili, è una catastrofe umanitaria”, aggiunge il portavoce di Unicef Italia: “Il 22% della popolazione è già vicina alla carestia e un altro 36% affronta una grave insicurezza alimentare principalmente perché le persone non possono permettersi il cibo”. “Ci sono livelli di povertà altissimi e questo significa che le famiglie sono costrette a prendere decisioni disperate, i genitori devono portare i bambini fuori dalla scuola e farli lavorare oppure sono costretti a scambiare le bambine con la dote attraverso matrimoni precoci”, conclude Iacomini: “Stiamo inoltre tristemente assistendo, ci informano gli uffici, a tassi più elevati di reclutamento di bambini da parte di gruppi armati. Bambine e bambini stanno pagando un prezzo altissimo in questa situazione”.

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