Diocesi: mons. Moraglia (Venezia), “pandemia non ancora debellata e nemmeno ripresa è scontata”

“Le cronache di questi giorni rimandano, nelle mutate situazioni storiche, a quelle del XVII secolo; siamo, infatti, ancora alle prese con una pandemia che condiziona la nostra vita quotidiana, ci affligge ormai da quasi due anni e non è stata ancora debellata”: lo ha detto, ieri, il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, durante l’omelia per la festa della Madonna della Salute, nel santuario veneziano in Dorsoduro. Un pellegrinaggio “per sciogliere il voto che, quasi 400 anni fa, la città di Venezia volle fare per chiedere aiuto alla Madre del Redentore dinanzi ad un pericolo gravissimo che minacciava non solo la salute di molti dei suoi abitanti ma la stessa sopravvivenza della città”. “I mesi di pandemia – e non meno gli ultimi giorni – ci hanno fatto toccare con mano la nostra fragilità e debolezza, cancellando ogni pensiero di umana onnipotenza e insegnandoci, pure, che non bisogna dare nulla per scontato e come ognuno di noi – secondo i propri compiti – sia tenuto a prudenti e solidali comportamenti, consoni al difficile momento che viviamo – ha affermato -. Così, con senso di responsabilità, verso di sé e gli altri, perseguiamo il contenimento del contagio guardando sia al bene personale sia a quello comune, alla salute integrale dell’uomo che è – insieme – fisica, psichica, spirituale”. “Nemmeno l’auspicata ‘ripresa’ – in cui tutti confidiamo e, in particolare, le famiglie e le imprese più provate – può essere data per scontata – ha sottolineato il presule – se ognuno di noi, ad iniziare da chi ha maggiori possibilità d’intervento, non farà quanto gli è chiesto per il bene presente e futuro della comunità a cui appartiene”.

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