Papa Francesco: a Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, “possiamo essere fratelli tutti. Non è un’utopia irrealizzabile” ma “sogno possibile”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Possiamo essere fratelli tutti, e dunque possiamo e dobbiamo pensare e operare come fratelli di tutti. Può sembrare un’utopia irrealizzabile. Preferiamo invece credere che sia un sogno possibile”, perché è “lo stesso di Dio”. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco ricevendo in udienza i partecipanti al Convegno internazionale della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, che si è svolto in Vaticano dal 21 al 22 ottobre, sul tema “Solidarietà, cooperazione e responsabilità: gli antidoti per combattere le ingiustizie, le disuguaglianze e le esclusioni”. Ai membri della Fondazione, insieme agli scienziati, economisti, ministri, cardinali e vescovi che hanno preso parte alla due giorni di lavori, Francesco ha ribadito che quanto messo al centro del convegno sono riflessioni importanti, “in un tempo nel quale le incertezze e le precarietà che segnano l’esistenza di tante persone e comunità sono aggravate da un sistema economico che continua a scartare vite in nome del dio denaro, istillando atteggiamenti rapaci nei confronti delle risorse della Terra e alimentando tante forme di iniquità”. Di fronte a ingiustizie e sfruttamento, “non possiamo restare indifferenti”, ha chiarito il Pontefice, ma la risposta non può essere solo la denuncia: è “soprattutto la promozione attiva del bene”, quindi “denunciare il male ma promuovere il bene”. Per questo esprime apprezzamento per le attività della Fondazione, specialmente nel campo educativo e formativo, come “l’impegno di finanziare studi e ricerche per i giovani sui nuovi modelli di sviluppo economico-sociale ispirati alla dottrina sociale della Chiesa”. È una cosa importante, commenta. “Nel terreno inquinato dal predominio della finanza abbiamo bisogno di tanti piccoli semi che facciano germogliare un’economia equa e benefica, a misura d’uomo e degna dell’uomo. Abbiamo bisogno di possibilità che diventino realtà, di realtà che diano speranza. Questo significa tradurre in pratica la dottrina sociale della Chiesa”. Sul “predominio della finanza”, il Papa ha raccontato, lasciando il discorso preparato, un incontro di quattro anni fa, un’“esperienza” che “forse può servirvi”, con una economista “grande”, che lavorava anche per un governo.  “Mi disse che lei aveva cercato di fare un dialogo tra economia, umanesimo e fede, religione, e che è andato bene, è un dialogo che è andato bene e continua ad andare bene, in un gruppo di riflessione. Ho cercato lo stesso – mi disse – con la finanza, l’umanesimo e la religione, e non siamo potuti neppure partire. Interessante. Questo mi fa pensare. Quella donna mi faceva sentire che la finanza era qualcosa di inagibile, qualcosa di ‘liquido’, ‘gassoso’ che finisce come la catena di sant’Antonio…”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori