Ecuador: vescovi, “preoccupati per violenza, credere nel dialogo e nella difesa delle istituzioni. Disponibili a sostenere iniziative per ricostruire tessuto sociale”

Si dicono “preoccupati per la situazione del Paese” i vescovi dell’Ecuador, nel messaggio diffuso ieri, al termine della propria assemblea plenaria, che si è tenuta in settimana, proprio mentre il presidente della Repubblica, Guillermo Lasso, istituiva in alcune zone del Paese lo stato d’emergenza a causa dell’ondata di violenza provocata nelle ultime settimane dalla presenza di gruppi criminali e del narcotraffico. “L’aumento dell’insicurezza e della violenza, il dolore e la preoccupazione vissute per le morti sanguinose nelle carceri e nella vie delle nostre città hanno addolorato l’intero Ecuador”, scrive il consiglio di presidenza della Conferenza episcopale (Cee). In tale contesto, “non è accettabile che i diversi attori sociali e politici ipotechino il futuro del Paese cercando unicamente i propri interessi”. Un atteggiamento che compromette le speranze sorte dal cuore del popolo ecuadoriano, che sta cercando di guardare al futuro dopo che la pandemia ha avuto un forte impatto a livello sanitario, sociale ed economico.
Prosegue la nota: “Invitiamo tutte le forze politiche a credere che la soluzione ai problemi del nostro popolo stia nel dialogo, nella condanna della violenza, nella difesa delle istituzioni, nella centralità della persona nei suoi diritti e doveri. Reiteriamo con forza il nostro appello a pensare, parlare e agire in senso democratico”.
Conclude il messaggio della Cee: “Preghiamo e invitiamo tutti a pregare perché la fraternità, la democrazia e la solidarietà, tutte cose ricevute da chi ci ha preceduto, continuino a far parte dei nostri valori comuni. Ci impegniamo, come Chiesa cattolica, a sostenere ogni iniziativa che, nel ricostruire il tessuto sociale, favorisca un Ecuador di pace, giustizia e uguaglianza per tutti”.

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