Sentenza Caloia: comunicato della Sala Stampa della Santa Sede

Foto Vatican Media/SIR

“Con sentenza in data odierna, il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha definito il processo instaurato a carico dell’ex presidente dello Ior Prof. Angelo Caloia e dell’Avv. Gabriele Liuzzo in relazione alla vendita di 29 immobili di proprietà dell’Istituto e di una società controllata, la Sgir s.r.l”. E’ quanto si legge in un comunicato diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, che allega anche il dispositivo completo della sentenza. “Secondo l’accusa, basata principalmente sulle indagini fatte nel 2014 dal gruppo Promontory, il Caloia e il Liuzzo, d’intesa con l’allora direttore generale dello Ior Lelio Scaletti, poi deceduto, avrebbero venduto – tra il 2002 e il 2007 – gli immobili ad un prezzo di gran lunga inferiore al valore di mercato”, si ricorda nel comunicato: “essi si sarebbero poi appropriati della differenza, stimata in circa 59 milioni di euro, che in parte avrebbero riciclato in Svizzera, anche con l’aiuto del figlio del Liuzzo, Lamberto Liuzzo. L’istruttoria dibattimentale, durata circa due anni, ha consentito di chiarire, grazie al contributo di tutte le parti, nel pieno rispetto del contraddittorio, i principali aspetti della vicenda; tra l’altro, i periti hanno stimato nella misura di circa 34 milioni di euro la differenza tra quanto incassato dallo Ior e dalla Sgir ed il valore di mercato degli immobili. All’esito, il Tribunale ha ritenuto provato che in alcuni casi gli imputati si sono effettivamente appropriati di parte del denaro pagato dai compratori, o comunque di denaro dello Ior e della Sgir, per un importo complessivo di circa 19 milioni di euro. Ha quindi dichiarato gli imputati Caloia e Liuzzo Gabriele responsabili di più fatti di peculato in danno dello Ior e di altri di appropriazione indebita aggravata in danno della Sgir s.r.l., oltre che del reato di autoriciclaggio e li ha condannati alla pena complessiva di anni otto e mesi undici di reclusione ed euro 12.500,00 di multa ciascuno. Gli imputati sono stati invece assolti dalle accuse relative alla vendita di quegli immobili per cui non è stata provata l’appropriazione – da parte loro – di denaro, anche se il prezzo di acquisto è risultato in molti casi nettamente inferiore al valore di mercato dell’epoca. Il Tribunale ha altresì condannato Liuzzo Lamberto alla pena di anni cinque e mesi due di reclusione ed euro 8.000,00 di multa per il reato di riciclaggio. In ragione delle pene loro comminate, gli imputati sono stati tutti dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici ed è stata altresì disposta a loro carico la confisca di somme complessivamente pari a circa 38 milioni di euro. Infine, gli imputati sono stati condannati al risarcimento dei danni nei confronti dello Ior e della sua controllata Sgir, costituiti parte civile, per una somma superiore a 20 milioni di euro. Nella stessa giornata, il Tribunale ha confermato in sede di appello l’applicazione della misura di prevenzione nei confronti di Liuzzo Gabriele, ordinando la confisca di circa 14 milioni di euro depositati presso lo Ior e già da tempo in sequestro, nonché di altri 11 milioni di euro circa, depositati presso banche svizzere. Si tratta della prima applicazione della normativa introdotta nel dicembre 2018, nel quadro più generale dell’adeguamento della legislazione vaticana agli standard internazionali per il contrasto al riciclaggio, alla corruzione e ad altri gravi reati”.

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