Giornata dell’educazione: Sos Villaggi dei bambini, “Covid-19 ha aggravato le disuguaglianze”

La Giornata dell’educazione, che ricorre il 24 gennaio, nel 2021 sarà dedicata all’educazione della “Covid-19 generation”, sia come istruzione in senso formale sia intesa come apprendimento continuo. “Il tema è legato a quello dell’emergenza educativa che la pandemia da Covid-19 ha ulteriormente aggravato, ampliando le diseguaglianze legate allo status socio-economico, all’area geografica di residenza e al digital divide”. Lo afferma Sos Villaggi dei bambini è da sempre impegnata a contrastare tali diseguaglianze, attraverso progetti sul campo e azioni di sensibilizzazione e advocacy, con uno sguardo specifico sull’infanzia fragile. Sul fronte della didattica a distanza Sos Villaggi dei bambini ha lavorato per garantire agli oltre 300 minorenni accolti che ognuno avesse un dispositivo con cui accedere alle lezioni da casa e il supporto di educatori dedicati. Ha inoltre lanciato un’indagine dalla quale emerge, secondo le valutazioni dei genitori, che i ragazzi erano molto (53%) o abbastanza (37%) contenti di rientrare a scuola, indipendentemente dal ciclo di studi. “La chiusura delle scuole, sia pur necessaria, ha danneggiato tutti i bambini ma, come tutte le crisi, ha avuto ripercussioni maggiori sui bambini che appartengono a famiglie vulnerabili; sui bambini vittime di violenza, sui minorenni stranieri non accompagnati” ricorda Samantha Tedesco, responsabile advocacy e programmi di Sos Villaggi dei bambini. Inoltre, con il Programma autonomia giovani, dedicato a ragazzi tra i 15 e i 25 anni, nel 2020 sono stati coinvolti 99 ragazzi. Grazie al Fondo sostegno e formazione circa 40 ragazzi sono stati aiutati a realizzare i propri sogni. Sono infatti 3.000 in Italia i cosiddetti care leavers, ossia i giovani che escono dal sistema di accoglienza alla maggiore età e non possono più beneficiare delle tutele garantite ai minorenni. “Diventare grandi è difficile per tutti. Lo è ancora di più per i bambini che hanno alle spalle esperienze familiari difficili, spesso traumatiche – spiega Tedesco – Per questo li prepariamo a quando, compiuti i 18 anni, diventano adulti e perdono le tutele legate ai minorenni. Li sosteniamo affinché proseguano gli studi, li aiutiamo ad orientarsi e inserirsi nel mondo del lavoro e nella ricerca di un’abitazione autonoma”.

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