Diocesi: Pescara, riconosciute le virtù eroiche di Pasquale Canzii. Mons. Valentinetti, “una fede vissuta nella normalità”

“Il 21 gennaio 2021, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Durante l’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la medesima Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti: le virtù eroiche del Servo di Dio Pasquale Canzii, seminarista; nato il 6 novembre 1914 e morto a Penne il 24 gennaio 1930”. È questa la notizia pubblicata oggi sul Bollettino della Santa Sede “a riempire di gioia” l’arcidiocesi di Pescara-Penne, “perché un altro giovane della nostra terra viene riconosciuto dalla Chiesa come modello significativo, come un punto di riferimento di una fede vissuta nella normalità – spiega mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne – Pasquale Canzii, detto Pasqualino, ha assecondato l’azione dello Spirito e ha incarnato la sua esperienza di Dio nelle piccole cose, vivendo una santità senza fragore, nel quotidiano, nell’impegno ordinario”. La promulgazione del Decreto della Congregazione dei Santi è, sicuramente, un passo importante per la venerabilità del Servo di Dio originario di Bisenti (Te), sponda teramana della Chiesa locale, formatosi nel Seminario diocesano di Penne (Pe) dove iniziò il suo percorso di formazione a dodici anni, il 14 ottobre del 1926, vestendo l’abito talare. “Giorno dopo giorno, in un periodo storico denso di speranze e di incertezze – continua mons. Valentinetti – si rese testimone tra i compagni di corso per il suo impegno nelle studio e, soprattutto, per l’innato spirito di carità e devozione. Tutti potevano vedere nel suo sguardo lo specchio dell’animo limpido: nulla di vistoso, ma cura e attenzione nel fare le cose ordinarie, con amore fedele a Dio, alla Chiesa e al prossimo, anche quando la malattia prese il sopravvento nella sua vita”. Nel gennaio del 1930, infatti, Pasqualino mostrò i primi sintomi della tubercolosi. Morì a 15 anni, il 24 gennaio del 1930 “chiedendo alla mamma – conclude l’arcivescovo – di offrire insieme a lui la propria vita e il suo amore materno». I resti mortali del venerabile riposano nella chiesa di Santa Maria degli Angeli in Bisenti.

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