Giovedì Santo: mons. Marcianò (Omi), ai sacerdoti “risvegliare nel popolo la nostalgia di Dio”

“Rafforzare o trovare, laddove possibile, spazi anche minimi per assicurare la possibilità, certamente regolamentata, di accesso alle nostre cappelle, forse più semplice rispetto ai luoghi pubblici di culto; promuovere la preghiera personale di Adorazione eucaristica, che è possibile portare avanti con turni organizzati e, talora, con piccole e solitarie ‘processioni’; venire incontro alla richiesta di accedere personalmente alla Comunione; facilitare la confessione sacramentale”. È quanto chiede ai suoi cappellani, l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, nella lettera loro indirizzata per il Giovedì Santo. Per l’arcivescovo si tratta di “educare il nostro popolo, anche nell’attuale circostanza straordinaria e forse grazie ad essa, a cogliere la mancanza della partecipazione all’Eucaristia domenicale e, in questo tempo scelto dalla Provvidenza, ai riti della Settimana Santa e della Pasqua, come una responsabile ma dolorosa rinuncia a qualcosa, anzi a Qualcuno”. “Tocca a noi – scrive l’ordinario – il compito e il privilegio di risvegliare nel nostro popolo questa consapevolezza, di ridestare la nostalgia di Dio, portando veramente tutti nel cuore di ogni Eucaristia e vivendo, nella nostra vita sacramentale e nella preghiera di intercessione e adorazione, il personale cammino di santità”.

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