“Alla pandemia del virus vogliamo rispondere con la universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza. Rimaniamo uniti. Facciamo sentire la nostra vicinanza alle persone più sole e più provate”: i francescani di Siria fanno proprie queste parole del Papa, all’Angelus dello scorso 22 marzo, e da Maaloula, una delle città che ha sofferto di più in questo conflitto oramai decennale, rilanciano la preghiera del Padre Nostro in aramaico.
A Maaloula, un antichissimo villaggio cristiano in Siria devastato dalle forze dei ribelli di Al-Nusra, una donna prega il Padre Nostro in aramaico, la lingua di Gesù. Questo è uno dei pochissimi luoghi al mondo dove ancora si parla e si prega in aramaico; anche qui noi di Associazione pro Terra Sancta vogliamo dare il nostro contributo per la ricostruzione e vogliamo aiutare questa comunità antica a ripartire.
Pubblicato da ATS pro Terra Sancta su Martedì 2 aprile 2019
A Maaloula, infatti, risiede una delle più antiche comunità cristiane che ancora parla la lingua usata da Gesù, l’aramaico. “Anche in questo momento di emergenza generale – affermano da Ats, l’ong della Custodia di Terra Santa – siamo insieme ai francescani in Siria per continuare a sostenere le comunità cristiane antiche di questo Paese, lacerato da interminabili conflitti”. Ats da tempo è impegnata a sostenere le opere e le iniziative dei francescani della Custodia di Terra Santa, da quasi otto secoli presenti in Israele, Territori Palestinesi, Giordania, Siria, Egitto e nelle isole di Cipro e Rodi. Per contribuire: https://www.proterrasancta.org/.