Terra Santa: Patton (custode) a patriarca Pizzaballa, “demolire il muro dell’inimicizia tra i popoli. Far crescere la fraternità”

“Demolire il muro dell’inimicizia tra le persone, per portare a superare i pregiudizi e per far crescere la fraternità tra tutti e attingere sempre la speranza da annunciare al popolo di Dio”: è l’augurio che il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, ha rivolto al nuovo patriarca latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, durante l’ingresso solenne al Santo Sepolcro. Padre Patton ha accolto il patriarca all’ingresso della basilica, insieme al patriarca greco ortodosso, Teofilo III, e quello armeno ortodosso, Nourhan Manougian. Nel suo saluto il francescano ha ricordato “il bisogno che ha la Terra Santa, anche ai nostri giorni, che sia demolito il muro dell’inimicizia. Dell’inimicizia tra i popoli che abitano questa terra, dell’inimicizia che spesso ancora separa gli uomini e le donne di diversa religione, dell’inimicizia che tutt’ora a volte tiene distanti gli uni dagli altri i battezzati, dell’inimicizia che a volte si manifesta in atteggiamenti di diffidenza e di rivalità all’interno della nostra stessa comunità ecclesiale”. Il Santo Sepolcro, ha aggiunto Patton, “è il luogo dal quale sgorga per noi come sorgente inesauribile la speranza. Quanto abbiamo tutti bisogno di attingere a questa sorgente, in quest’ora nella quale il mondo intero è preso dall’angoscia della morte, a causa di una pandemia che priva le nostre comunità della possibilità di ritrovarsi a celebrare, che affligge la vita quotidiana di tante famiglie per la perdita del lavoro e non solo della salute. Che da questo luogo anche lei possa attingere sempre la speranza da annunciare al popolo di Dio che le è affidato e ad ogni persona che ha il cuore aperto all’azione dello Spirito del Signore”. Affidando il patriarca a Maria, Madre di Dio, il custode ha concluso: “Che la Madre del Signore vegli su di lei e che lei possa sentirla accanto nei momenti difficili del suo ministero, in quelli in cui avvertirà solo il silenzio del Sabato Santo, che non è il silenzio della morte ma della maturazione della fede. Come pastore della Chiesa Madre di Gerusalemme aiuti sempre tutti noi a custodire la fede e ci confermi nella fede, ma aiuti anche tutti noi a non restare intrappolati in forme di etnicità di corto respiro per essere invece aperti al mondo intero e far ancora risuonare nel mondo intero l’annuncio che qui ha preso origine: ‘Il Signore è risorto’”. Da Patton anche l’impegno, come Custodia di Terra Santa, “alla collaborazione pastorale mettendo la nostra internazionalità a servizio della Chiesa locale e universale”.

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