Diritto d’asilo: Migrantes, “Europa e Italia sempre più chiuse, pandemia pretesto per misure difensive”

Un’Europa e un’Italia sempre più chiuse ai richiedenti asilo, anche a causa (o con la scusa) della pandemia di Covid-19. Mentre le persone in fuga sono sempre di più: una persona su 100 nel mondo, quasi 80 milioni. E cresce la domanda globale di protezione dovuta a guerre, crisi, violazioni dei diritti, disuguaglianze economiche, mancato accesso al cibo o all’acqua, land grabbing, desertificazione, disastri ambientali e attacchi terroristici. È quanto emerge, con dati, studi e considerazioni, dal report 2020 su “Il diritto d’asilo” curato dalla Fondazione Migrantes, giunto alla quarta edizione e presentato oggi on line. La pandemia di Covid-19, denuncia il report, ha fornito “i pretesti per una serie di misure ‘difensive’”. Anche nel nuovo progetto di “Patto europeo per la migrazione e l’asilo”, ad esempio, uno dei pochi obiettivi condivisi “non è tanto proteggere le persone costrette a fuggire o agire sulle cause che le obbligano alla partenza – si legge nel rapporto – ma farne entrare nel continente (e nel nostro Paese) il minor numero possibile”. Negli ultimi cinque anni sono entrati irregolarmente nel territorio dell’Ue circa 2 milioni di persone. Nello stesso periodo gli arrivi attraverso una forma di ammissione umanitaria sono stati circa 100mila, solo il 5%. A fine settembre, solo 24 Paesi nel mondo risultano senza restrizioni all’ingresso correlate al Covid-19. In 77 Paesi si applicano restrizioni, sia pure con eccezioni per i richiedenti asilo: nell’elenco si trovano quasi tutti gli Stati europei, compresa l’Italia. In 72 Paesi l’accesso è invece negato, tra i quali gli Stati Uniti e la Russia. Su 22 Paesi non si hanno informazioni. Alla fine di maggio 2020 i Paesi con restrizioni all’accesso senza eccezioni per i richiedenti asilo sono arrivati a 100.

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