Natale 2020: mons. Nosiglia (Torino e Susa), “austerità di spostamenti e celebrazioni potrà aiutarci a recuperare un senso della festa più autentico”

“Eravamo abituati a fare di Natale una festa consumistica e spendacciona, tanto da far dire a qualcuno che si celebrava un Natale più paganeggiante che cristiano. L’austerità di spostamenti e celebrazioni potrà invece aiutarci a recuperare un senso della festa più autentico: la gioia del Natale non è soltanto spendere e brindare! La felicità profonda che torna ogni anno nei nostri cuori viene dalla nascita di un Bambino che ci è stato dato come salvatore”. Lo ha evidenziato questa sera mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e amministratore apostolico di Susa, durante la messa di Natale per operatori e volontari delle quattro aree del sociale delle due diocesi.
“Più poveri, ma più solidali”, ha ricordato l’arcivescovo, “è stato lo slogan che ci ha accompagnato in questi lunghi mesi di sofferenza e di incertezza”. “Non era una speranza, ma un messaggio realistico”, ha ammonito Nosiglia, osservando che “il contagio ci ha obbligato, tutti, a riconoscerci sulla stessa barca; più deboli ma più uniti”. “Un clima, quello della solidarietà, dell’attenzione agli altri, che si è forse un poco incrinato nelle ultime settimane, quando avevamo coltivato l’illusione di essere fuori dal problema e di poter guardare alle feste natalizie e di fine anno con spensieratezza”, ha proseguito, notando come “i giorni di Natale si presentano ancora, malgrado tutto, carichi di preoccupazione”. “Eravamo stati abituati a pensare di essere autosufficienti, avendo a disposizione quei beni materiali e culturali che garantivano alla maggioranza di noi una vita gioiosa e bella. Eravamo abituati a credere di poter tenere lontane per sempre la malattia e la miseria dalle nostre vite”, ha aggiunto l’arcivescovo.

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