“Con animo commosso e riconoscente, ci uniamo alla Chiesa universale per rendere grazie a Dio per il dono di questo pastore che ha saputo guidarci con umiltà, forza evangelica e tenerezza di padre”. Lo scrive in una lettera alla diocesi l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, mons. Alberto Torriani, ricordando che durante l’omelia nel giorno di Pasqua, “abbiamo ricordato che il Risorto entra nei luoghi chiusi dalle nostre paure e porta la pace. Oggi sentiamo quel Vangelo rivolgersi a noi: anche nella tristezza, il Cristo Risorto ci visita con la sua presenza e ci dona la consolazione della Speranza. Quella speranza e consolazione – scrive il presule crotonese – che viene dal Signore e che Papa Francesco, con il Vangelo tra le mani e il popolo nel cuore, ci ha insegnato a riconoscere il Signore nei poveri, negli scartati, nei migranti… nei piccoli della terra. Con la sua parola e la sua vita – aggiunge – ci ha mostrato che la Chiesa può essere davvero ‘ospedale da campo’, madre accogliente, casa aperta e in cammino. Ha indicato il Vangelo come misura alta della vita cristiana e la misericordia come suo cuore pulsante. È stato un uomo del discernimento e della fiducia, capace di parlare al cuore del mondo con la semplicità del pastore: il suo ultimo gesto, che sa di profezia e di testamento, è stato proprio la benedizione del popolo di Dio!”. Da qui l’invito a tutte le comunità della diocesi a “pregare per lui, a offrire le nostre liturgie, le nostre Eucaristie, i nostri gesti di carità in suffragio della sua anima. Siamo anche chiamati a custodirne l’eredità spirituale con responsabilità e gratitudine, lasciandoci provocare dalle sue parole, continuando a camminare sulla via del Vangelo che lui ha saputo indicare con chiarezza e coraggio”. “Nel nome del Signore Risorto, che vince ogni morte e non lascia andare perduto nulla di ciò che è stato seminato nel Suo amore, affidiamo Papa Francesco a quella misericordia del Padre di cui è stato testimone e annunciatore instancabile”, ha concluso mons. Torriani.