“I dodici anni di pontificato di Francesco hanno segnato l’inizio di un importante cambio di paradigma nella vita della Chiesa. Francesco è stato il primo papa proveniente dall’America latina, il primo papa gesuita, e si è da subito fatto conoscere e amare per la capacità di comunicare in modo immediato e semplice, attraverso una precisa visione della missione a cui è chiamata la Chiesa nel nuovo millennio che si è concretizzata anche attraverso una serie di gesti, come andare a vivere a Santa Marta o compiere il primo viaggio apostolico a Lampedusa”. Un ricordo del pontefice scomparso viene dalla redazione di Aggiornamenti Sociali, rivista dei Gesuiti del Centro San Fedele di Milano. “La scelta del nome Francesco, in onore del santo di Assisi, si inserisce in questa prospettiva: è l’espressione di una Chiesa vicina ai poveri, attenta alla cura della casa comune, protesa al dialogo ecumenico e interreligioso, animata dal desiderio di abitare le periferie geografiche ed esistenziali del mondo contemporaneo. Fin dai suoi primi discorsi, e ancor di più nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium del 2013, papa Francesco ha promosso un modello di Chiesa in uscita, in grado di prendere l’iniziativa in modo originale e creativo, che cammina a fianco delle persone. La metafora dell’ospedale da campo ben sintetizza questa impostazione pastorale: una Chiesa che accoglie, cura e accompagna, anziché giudicare e condannare”.
“Leggendo con maggiore attenzione i documenti e i discorsi di Papa Francesco emerge con forza che la sua maniera di concepire la riflessione e l’azione della Chiesa in campo sociale è caratterizzata da una prospettiva di profonda integrazione tra spiritualità e impegno per la giustizia”.
“Sul piano politico, Francesco si è dovuto misurare con un tempo di profonda incertezza. Il ritorno della guerra in Europa, il susseguirsi di crisi nel Medio Oriente, i tanti conflitti dimenticati che rappresentano ‘una guerra mondiale a pezzi’ e lo sgretolarsi del sistema multilaterale che ha retto le relazioni internazionali negli ultimi ottant’anni: elementi che hanno messo il tema della pace al centro del magistero di Papa Francesco in un modo drammaticamente attuale. La sua diplomazia si è distinta per l’impegno nella mediazione di conflitti internazionali e per la denuncia delle conseguenze disumane delle guerre in termini di vite umane distrutte, di danni all’ambiente, di inasprimento delle disuguaglianze sociali ed economiche”.
“Al termine di dodici anni di pontificato, è profonda la gratitudine per il modo in cui ha svolto il suo servizio come vescovo di Roma. Ha restituito alla Chiesa una dimensione più umana, una voce più profetica e un cuore aperto a tutti coloro che sono in ricerca”. Qui per leggere tutto l’articolo.