“Una figura che con la sua umanità è diventata in questi anni familiare a tutti, credenti e non. Il progressivo indebolimento delle forze e la malattia di queste ultime settimane ci avevano preparato alla sua dipartita, ma speravamo di poter godere ancora della sua presenza e della sua parola, particolarmente necessarie in un tempo difficile come quello che stiamo vivendo”. Lo scrive mons. Pierantonio Pavanello, vescovo di Adria-Rovigo.
“Ringraziamo il Signore di averci dato questo Papa, che ci ha ricordato la necessità di vivere il Vangelo e di viverlo con gioia: non a caso il documento programmatico del suo pontificato si intitola Evangelii Gaudium. Lo ha fatto non solo con i discorsi e gli scritti, ma soprattutto con gesti concreti, con cui ha praticato la sollecitudine evangelica per i poveri, gli emarginati e i sofferenti. E’ significativo che l’ultima uscita sia stata giovedì scorso per fare visita ai carcerati di Regina Coeli a Roma”, scrive ancora il presule.
“La sua umanità, mai nascosta, ci ha aiutato ad essere più liberi ed autentici”; il suo stile, “semplice e immediato, è un lascito prezioso: oggi c’è bisogno proprio di una Chiesa che stia in mezzo alla gente e che sappia accogliere tutti innanzitutto con l’umanità dei suoi membri”. Le scelte concrete nel governo della Chiesa e il modo di presentarsi del Papa, conclude Pavanello, “possono talvolta non essere stati compresi, ma ciò con cui dobbiamo continuare a confrontarci, anche dopo la sua morte, è il nucleo del suo insegnamento. Da membri della Chiesa sappiamo che attraverso questo Papa lo Spirito Santo ha guidato la sua Chiesa dentro questo tempo difficile e affascinante”.