Papa Francesco: card. Arborelius (Stoccolma), a lui affidato “il grande compito di spezzare l’egemonia dell’Europa sulla Chiesa cattolica”

“Ogni Papa ha il suo accento e il suo carisma, il suo particolare contributo alla pienezza cattolica”, scrive il cardinale di Stoccolma Anders Arborelius, in un lunghissimo testo in memoria di Papa Francesco. Il tratto unico di Bergoglio è stata “la povertà dello Spirito, che risplende e ci abbaglia. Il fatto che sia stato il primo di tutti i papi a prendere il nome di Francesco è significativo. In effetti, è sorprendente che nessun altro ci abbia pensato. La scelta del nome è anche sintomatica e profetica dei nostri tempi, in cui i ricchi sembrano diventare sempre più ricchi e i poveri sempre più vulnerabili e trascurati”. A Francesco, scrive ancora Arborelius è stato affidato “il grande e impegnativo compito di spezzare l’egemonia dell’Europa sulla Chiesa cattolica”. Dopo Ratzinger, “un professore di teologia tedesco” è arrivato un “proveniente da un quartiere povero di Buenos Aires”: è “una semplificazione, ma contiene comunque un fondo di verità”. Francesco “non poteva e non voleva essere classificato nelle nostre categorie europee, non era né liberale/progressista né conservatore/tradizionalista, ma semplicemente cattolico”, che “voleva ritornare alle radici del Vangelo”. E “il baricentro della Chiesa si è spostato dall’emisfero settentrionale a quello meridionale”, ma “noi del Nord non ci siamo ancora resi conto delle conseguenze di questa inversione copernicana”.
Di Francesco scrive poi che “non ha voluto in alcun modo cambiare la dottrina della fede, ma solo chiarire e riscoprire alcune prospettive trascurate o dimenticate”. E per questo non è stato capito da tutti ed è stato accusato di voler cambiare gli insegnamenti della Chiesa. “Francesco è diventato una specie di martire del fenomeno contemporaneo che ha creato tanta confusione: le fake news”, perché “in un’epoca in cui la verità oggettiva è stata sostituita dalla mia verità o dalla tua verità, non è facile essere Papa”. L’amore per i poveri e il suo atteggiamento di non voler giudicare “è stato l’atteggiamento di fondo del Papa, non solo verso gli omosessuali, ma verso ogni persona”. L’affetto filiale verso Maria, la consapevolezza delle grandi sfide che la Chiesa si trova ad affrontare, il rapporto con l’islam e il dialogo interreligioso ed ecumenico, la Chiesa sinodale sono altri elementi di cui scrive il card. Arborelius che aggiunge: “Alcuni hanno frainteso questa sinodalità e hanno temuto che volesse modificare la dottrina e la struttura gerarchica della Chiesa. Qui Francesco ha dovuto pestare i piedi e sottolineare che era invece importante diventare più attenti e reattivi alla voce del Vangelo e non cedere alle ideologie e alle pressioni del mondo esterno”.

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