Papa Francesco: mons. Eidsvig (Oslo), “la Chiesa ha acquistato nuova rilevanza”

“Quando Papa Francesco è stato eletto papa, la Chiesa ha acquisito una nuova rilevanza. Il suo passato è stato subito esaminato attentamente da giornalisti zelanti. Non solo era stato un alto prelato durante il periodo della dittatura militare, ma anche provinciale dei gesuiti. Si presumeva che si fosse lasciato coinvolgere in cose inaccettabili. Ma non trovarono nulla. Al contrario, il suo passato era caratterizzato da un forte impegno verso i poveri, dal coraggio di parlare apertamente – non da ultimo all’interno della Chiesa – e dalla capacità di esprimersi in modo preciso e conciso”. In un lungo scritto in memoria di Papa Francesco, il vescovo di Oslo Berndt Eidsvig traccia un profilo del Papa molto diretto: “Non è diventato il Papa che tutti i cattolici desideravano. Non apparteneva né all’ala destra né a quella sinistra della teologia”. E ancora: “Papa Francesco conosceva i poveri, e loro conoscevano lui. Per molti, lui era l’unica speranza che conoscevano, sia per ciò che poteva dare loro, sia per ciò che poteva fare per loro. Vestiva in modo molto modesto, indossando – fino alla fine – una semplice croce vescovile d’argento. Lui stesso aveva poche necessità. Si è rifiutato di vivere nel Palazzo apostolico, ha tagliato gli stipendi del clero curiale e li ha privati di molti dei privilegi di cui godevano”. Scrive poi il vescovo che “Papa Francesco non si faceva illusioni sul male di questo mondo” ed Eidsvig cita, tra le altre cose, la piaga degli abusi che ha reso il suo pontificato particolarmente doloroso: Francesco “non ha pensato principalmente alla reputazione della Chiesa, ma a coloro che sono stati oggetto di abusi”. Eidsvig associa poi Francesco a Giovanni XXIII perché “ha immaginato una modernizzazione dell’intera amministrazione e dei metodi di lavoro della Chiesa” con la sinodalità.

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