
“In questo Giovedì Santo ci chiediamo: dov’è Cristo?”. “E noi rispondiamo: dove fa più male”. Per questo ogni sacerdote “sente il dovere di essere là dove Dio soffre e piange nell’uomo oggi”. È quanto ha sottolineato ieri Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore dei greco-cattolici ucraini nell’omelia pronunciata per il Giovedì Santo nella chiesa di San Basilio Magno a Kiev. “In questo momento – ha aggiunto -, la nostra preghiera si rivolge ai luoghi dove viene versato il sangue” e “in modo particolare” ai “nostri cappellani militari, che sono fianco a fianco con i nostri difensori, senza i quali questa Pasqua non sarebbe sicuramente possibile, nemmeno qui a Kiev”. “Oggi i nostri pensieri vanno ai nostri vescovi a Zaporizhzhya e Kharkiv, ai nostri padri sotto la linea del fronte e lungo il confine, al nostro sacerdote a Sumy. Mi rallegra vedere qui anche i nostri sacerdoti dalla regione di Chernihiv, da quel confine ferito dell’Ucraina”. Nell’omelia, l’arcivescovo ha chiesto di pregare anche per le vocazioni sacerdotali. “La nostra Chiesa oggi cresce come mai prima. Solo nell’Arcieparchia di Kyiv abbiamo già bisogno di 50 nuovi sacerdoti. Ci sono così tante persone che chiedono: ‘Dateci un buon e santo sacerdote!’ Le nostre necessità aumentano, ma le possibilità non tengono il passo”, ha sottolineato il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina. Secondo i dati di Shevchuk, solo in Ucraina, in pochi anni il numero dei fedeli della Chiesa greco-cattolica ucraina è cresciuto di una volta e mezza. Rivolgendosi ai seminaristi, ha detto: “Sappiate che la Chiesa ha bisogno di voi. Ciascuno di voi è un dono prezioso per noi, più prezioso dell’oro. Non perdete né trascurate la vostra vocazione”.