“Fermatevi per un attimo almeno, nel giorno di Pasqua. Fermatevi ad ascoltare con attenzione nuova quelle campane che suonano festose, e che forse risaltano perché c’è un po’ meno di traffico intorno, un po’ meno rumore. Fermiamoci a guardare con occhio attento e con stupore chi ci sta accanto. Quasi come fosse la prima volta che li incontriamo e scopriamo felici che ci sono. Fermiamoci a sentire la forza di un nuovo giorno”. È l’invito rivolto dal vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, nel messaggio alla diocesi in occasione delle festività pasquali.
“Fermiamoci a guardare anche le ferite dei nostri giorni. La nostra perenne insoddisfazione, la difficoltà a essere felici per la vita, il respiro, il nuovo giorno. Guardiamo anche le fatiche vere di chi non riesce ad amare il vivere, di chi soffre una malattia, una solitudine, un abbandono, o le ingiurie del tempo”, prosegue il presule, che esorta: “Non perdiamoci a fare il tifo, pro o contro nella farsa dei grandi che non riescono nemmeno più a mostrarsi seri, e stiamo per un attimo senza giudizio dalla parte delle vittime della violenza, delle guerre, della fame, dell’ingiustizia. Fermiamoci e stiamo almeno un poco accanto a loro, senza chiederci chi ha ragione o chi torto (ma chi può avere ragione di fronte a un bimbo ucciso o violato?)”. Pasqua – osserva il vescovo – “non è un giorno come gli altri. È il giorno dei giorni che ci annuncia, come uno squarcio nel buio e nella notte, che Gesù Cristo, il Nazareno, il Maestro, il Crocifisso è risorto. È vivo. Ha vinto la morte. Ha sconfitto la paura. Ha illuminato la notte. È il senso di tutto, il fondamento sicuro di ogni nuovo inizio” Per questo, continua mons. Tomasi, “fermiamoci a godere di un nuovo respiro. Della novità degli incontri di ogni giorno. Fermiamoci a gustare la grazia di essere cristiani. Di essere di Cristo. Di credere al dono della vita, in pienezza, in eterno”. “È Pasqua. Non è solo una domenica come tante”, aggiunge il vescovo, ricordando che è “il fondamento di quanto c’è di vero, di buono, di giusto, di eterno in ciò che facciamo, nelle decisioni che prendiamo, nelle relazioni di cui ci prendiamo cura, della vita che viviamo”. “È Pasqua di Risurrezione. Fermiamoci a gustarla, con semplicità, con meraviglia, in modo autentico, vero. Non permettiamo che passi via, come un giorno qualunque. Magari soltanto come la vigilia della gita fuori porta. Perché, poi, tutto ritorni come prima”, l’esortazione conclusiva di mons. Tomasi: “Viviamo la celebrazione della Pasqua come la vera, definitiva celebrazione della vita donata. Cristo ha vinto la morte, dona significato alla nostra vita, dignità infinita ad ogni istante di ogni esistenza”.