“Siamo operai della vigna e non professionisti di categoria; servi inutili o, meglio, ‘gratuiti’ e non imprenditori. Un prezioso criterio di discernimento per dire che il nostro ministero non ci chiede di usare superpoteri o possibilità, anche economiche, che altri non hanno”. Lo ha detto, ieri, nella Messa crismale, il vescovo di Nola, mons. Francesco Marino.
“Non si scende a patti con il diavolo! Nessuno ci inganni: le conquiste nel ministero sono possibili attraverso il duro lavoro quotidiano, fatto di sacrifici e impegni, di studio e preghiera, di passione e abnegazione”, ha sottolineato.
Mons. Marino richiama il rischio “di tentare Dio, volendo verificare se realmente sta dalla nostra parte. È questa una questione di maturità nella fede. Il Signore ci ha chiamati amici, gli apparteniamo, siamo oggetto e destinatari della sua promessa d’amore. Razionalmente ne siamo convinti, ma potremmo chiederci: nello scorrere degli anni di vita e di ministero quanto stiamo curando l’amicizia con il Signore Gesù?”.
Il presule ha avvertito: “Gesù non solo vince le tentazioni con la Parola di Dio, ma ritornando fisicamente a Nazareth, ci insegna anche ad affrontarle rincasando nei luoghi della familiarità, e dunque nelle nostre Nazareth. Recuperiamo questa dinamica esistenziale e sacramentale. Il ministero sacerdotale con le sue bellezze e le sue inevitabili tentazioni ci chiede di camminare insieme, di sentire come nostra casa il seminario, la cattedrale, l’episcopio. Questi luoghi sono il principio e fondamento della sequela che successivamente ci ha condotti per itinerari diversi. Non siamo mai dei battitori liberi, ma dei pellegrini di Speranza e nella vita diocesana abbiamo la nostra àncora”.
Al resto del popolo di Dio presente, il vescovo Marino ha voluto poi affidare i presbiteri: “Diciamo a loro: ‘Grazie!’. Amiamo i nostri sacerdoti, accompagniamoli con la preghiera e incoraggiamoli con il sostegno; ungiamo di tenerezza le loro stanchezze e profumiamo di comprensione le loro umane solitudini. L’olio del crisma che tra poco emanerà la sua fragranza in questa Cattedrale ci impregni, come nella casa dell’amicizia di Betania, del buon profumo di Cristo”.