Messa in Coena Domini: mons. Checchinato (Cosenza), “per i non credenti la fede è un insieme di pratiche, più o meno folcloristiche. Dare testimonianza”

“Nel gesto della lavanda dei piedi c’è la rivelazione di un programma di vita che Gesù pone a compimento con la sua croce”. Lo ha detto ieri pomeriggio in cattedrale mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza – Bisignano, presiedendo la santa Messa in Coena Domini. “Prima di lavare noi i piedi, chiediamoci se e come ci siamo fatti lavare i piedi da Dio. Proviamo a sentire quello che gli Apostoli hanno potuto sentire e come hanno reagito di fronte a quel gesto inaspettato, imbarazzante, per alcuni versi oscuro del Signore”, ha aggiunto il presule. “Il dono della nostra relazione con Gesù abbiamo bisogno di riceverlo prima di tutto facendo i conti con la nostra povertà”, ha detto il vescovo di Cosenza.
Riflettendo sulla seconda lettura, ovvero sulla ricezione e trasmissione della fede, mons. Checchinato ha constatato che “i feedback che riceviamo dai giovani ci dicono di una trasmissione della fede molto intellettualistica, poco incarnata, che offre ai lontani e ai non credenti l’idea che tutto sommato la fede è un insieme di pratiche, più o meno folcloristiche”. Per questo ha ricordato che “la fede che trasmettiamo è quella di chi ne ha fatto anzitutto esperienza”. Per mons. Checchinato “questo pensiero ci conduce a una verifica seria della nostra fede”, provando a “verificare la nostra esperienza personale ed ecclesiale”.
Alla Messa hanno partecipato circa 70 detenuti in regime alternativo che prestano attività verso alcune comunità di recupero legate ad esperienze di carità della diocesi bruzia. L’arcivescovo ha lavato i piedi ad alcuni disabili accompagnati da un’associazione del territorio.

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