Tragedia funivia Monte Faito: Sannino (Anmil Campania), “vicini alla famiglia di Carmine Parlato. Serve una Procura nazionale del lavoro”

“Una tragedia come quella avvenuta ieri nell’impianto di Castellammare di Stabia non può che riportarci al maggio del 2021 quando si consumò il disastro della funivia del Mottarone che strappò la vita a 14 persone”. Lo dice al Sir Patrizia Sannino, presidente dell’Anmil Campania, a proposito della tragedia della funivia del Monte Faito, accaduta ieri, con una cabina precipitata, per motivi ancora da appurare, 4 morti e un ferito grave.
“Per quella tragedia (quella del Mottarone, ndr) le responsabilità furono legate alla ‘volontaria e illecita omissione di cautele’ e la nostra Associazione si costituì parte civile – ricorda Sannino -. Nello stringerci allo strazio dei familiari delle quattro vittime e alla speranza per la ripresa del turista gravemente ferito all’Ospedale del Mare, ci auguriamo che non si ripeta per Castellammare l’atroce presa di coscienza di un reiterarsi del movente legato alla mancata osservanza delle norme di sicurezza, rimettendo ancora una volta in discussione l’imperativo morale assoluto rivolto alla sacralità della vita umana”. Per ora “le domande sono rivolte ai motivi che hanno determinato la scelta di tenere aperto l’impianto nonostante l’allerta meteo ‘gialla’ diramata ieri dalla Protezione civile della Campania e sul perché il freno d’emergenza non si sia regolarmente attivato”, aggiunge la presidente dell’Anmil Campania.
Di incidenti sul lavoro si muore e molto in Regione. “Purtroppo la Campania ha chiuso il 2024 con 103 infortuni mortali denunciati e iniziato il nuovo anno con un trend che non accenna a diminuire – denuncia Sannino -. Dagli ultimi open data diffusi da Inail e secondo la nostra consueta comparazione con l’annata precedente, contiamo nei primi due mesi del 2025 la denuncia di 8 morti sul lavoro nella nostra Regione ai quali si aggiungono certamente, nel mese di marzo, le morti di Tommaso Altobelli, precipitato da un’impalcatura poche settimane fa a Castelnuovo di Napoli; Nicola Sicignano, deceduto dentro ad un nastro trasportatore in una ditta di Sant’Antonio Abate e ora Carmine Parlato, il macchinista della funivia. Nello stesso periodo lo scorso anno ne contavamo dieci”.
La Campania, prosegue la presidente dell’Anmil regionale, è “attiva sul fronte della diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro ma, come ribadiamo ad ogni occasione, il supporto normativo e istituzionale è la base sul quale l’azione di associazioni come la nostra può dimostrare con forza i suoi frutti. Servono leggi più incisive, servono i dettami di una rivoluzione culturale che parta dai banchi di scuola: molto bene in questo senso l’inserimento della sicurezza sul lavoro nei programmi scolastici. Serve l’istituzione – come ha sottolineato il nostro presidente nazionale dell’Anmil Antonio Di Bella – di una Procura nazionale del lavoro”.
Come sarete vicini alla famiglia del lavoratore? “Come sempre con ogni mezzo a nostra disposizione. L’Anmil supporta vittime e superstiti di infortuni sul lavoro in tutte le operazioni che li accompagnano verso il riconoscimento delle tutele riconosciute dall’Inail, nella necessità di supporto legale e psicologico, nella costituzione della nostra Associazione come parte civile nei processi che li vedono tristemente protagonisti. La Sede Anmil di Napoli, presieduta da Giovanni Mondini, è a completa disposizione dei familiari di Carmine Parlato sin da subito”.

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